La Nuova Sardegna

Olbia

La sentenza

Vendita del palazzo Fs, il sindaco di Olbia condannato per turbativa d’asta

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Palazzo ex alloggi ferrovia Via V. Veneto
- Palazzo ex alloggi ferrovia Via V. Veneto

Inflitti quattro mesi, pena sospesa. I difensori di Nizzi: «Attendiamo le motivazioni»

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Olbia Il giudice del tribunale di Sassari, Paolo Bulla, ha condannato questa mattina 6 giugno il sindaco di Olbia Settimo Nizzi a quattro mesi di reclusione, pena sospesa, per turbativa d’asta in merito alla vicenda della vendita della vecchia palazzina delle ferrovie di via Vittorio Veneto. Il fatto era avvenuto il 15 aprile 2021. Quel giorno, nello studio di Sassari del curatore fallimentare Alberto Ceresa, il Comune si era aggiudicato all’asta lo stabile (dove, nei programmi dell’amministrazione comunale, nascerà la casa dello studente) per oltre 500mila euro spuntandola contro una società privata piuttosto agguerrita, la Ocean asset management srl di Roma, ma poco dopo, il giudice fallimentare Cecilia Marino aveva sospeso l’asta e annullato l’aggiudicazione dell’edificio per una frase pronunciata dal primo cittadino. In pratica, Nizzi, presente al momento della gara, è stato accusato di  presunte interferenze in quanto aveva pronunciato la frase “intanto in quell’area non ci potrete fare niente”. Secondo le accuse, con quella frase, avrebbe cercato di far desistere la società concorrente in lizza per l’aggiudicazione del palazzo.

Nell’udienza scorsa, il pubblico ministero Antonio Piras, aveva chiesto l’assoluzione ritenendo che non ci fosse stata turbativa d’asta, nessuna volontà da parte di Nizzi di condizionare la vendita. La stessa linea difensiva sostenuta fin dall’inizio dai difensori del sindaco, gli avvocati Pietro Carzedda e Sergio Milia, che hanno ribadito  la totale assenza dell’elemento soggettivo nel reato di turbativa d’asta. Ovvero, con quella frase il sindaco non voleva impedire o turbare la gara che, infatti, si è tenuta e conclusa regolarmente, con 16 rilanci, ma solo ricordare che la destinazione d’uso di quell’area era pubblica (lo è dal 1978) e che nessun privato avrebbe potuto realizzarci nulla.  Argomentazioni che, evidentemente, non sono state condivise dal giudice. «Attendiamo le motivazioni – dicono i difensori –. Il dottor  Nizzi ha piena fiducia nella giustizia, siamo certi che il sindaco di Olbia abbia agito nella piena legalità e nell’interesse pubblico». (t.s.)

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