La Nuova Sardegna

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La Maddalena, il Tar sospende il divieto di sosta notturna in rada

di Carolina Bastiani
La Maddalena, il Tar sospende il divieto di sosta notturna in rada

L’ordinanza del Parco aveva imposto lo stop alle ancore. Esclusi solo residenti e società del posto

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La Maddalena La storia era iniziata il 6 agosto del 2024 quando il Parco di La Maddalena, dopo la nomina di Rosanna Giudice a commissaria – che ha concluso il suo mandato il 24 gennaio – e sotto la dirigenza di Giulio Plastina, ha emanato una ordinanza con cui si puntava a educare tutti i fruitori al rispetto dell’ambiente. Provvedimento che, tra le altre cose, prevedeva la limitazione della rada notturna, concessa solo alle imbarcazioni da diporto dei residenti maddalenini o di società con sede legale a La Maddalena da almeno cinque anni ed esclusivamente alle boe collocate dal Parco. Subito erano scattate le proteste. A prendere posizione era stata l’associazione Operatori nautici Nordest Sardegna, che aveva presentato un ricorso e accanto alla quale si è schierato il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda. La novità, adesso, è che il Tar ha sospeso l’ordinanza, fissando l’udienza al 15 gennaio. Non si fa attendere, però, la risposta del direttore del Parco, Giulio Plastina, che fa notare che tornerà in vigore un’ordinanza del 2007 che di diverso aveva solo la parte sanzionatoria.

L’associazione. «Ha vinto la legge – dice Claudio Denzi, presidente degli Operatori del Nordest Sardegna, flotta di circa 500 unità composta soprattutto da micro-operatori con un’imbarcazione o un natante –. Il Tar ha riconosciuto le nostre ragioni, reagendo al solito sopruso congegnato per favorire gli operatori residenti. Nel nostro ricorso nulla è stato eccepito sul disposto ambientale o l’inasprimento delle sanzioni, ma quale danno al fondale infliggono le ancore notturne a fronte delle migliaia autorizzate nelle ore diurne? E soprattutto, che differenza c’è tra un’ancora “isolana” e una “costiera”? Speriamo che l’Ente Parco sia finalmente libero da condizionamenti, per stabilire serenamente vere norme di rispetto che tutelino l’ambiente e il lavoro degli operatori regolari. Su queste basi diamo totale collaborazione». La stessa associazione ha avanzato alcune proposte. «Per esempio – spiega Denzi – abbiamo suggerito il divieto di sbarco sulle spiagge, se non a nuoto e senza nulla con sé, e una carbon tax sui KW dei motori termici, ma anche la creazione di un corpo di vigilanza ambientale, vera necessità di questo Parco». Al loro fianco Roberto Ragnedda, sindaco di uno dei Comuni di fronte, Arzachena. «Non entro nel merito delle questioni privatistiche, ma siamo vicini a questa associazione – interviene – perché non è la prima volta che il Parco porta avanti determinazioni illogiche e in antitesi con i principi costituzionali. Questi interventi creano deregulation, che di fatto va contro gli obiettivi di difesa dell’ambiente».

Il Parco. A rispondere è il direttore del Parco Giulio Plastina. «Con la sospensione dell’ordinanza 1 del 6 agosto – spiega – torna in vigore la numero 3 del luglio del 2007. E di diverso, tra le due, c’è solo un appesantimento delle sanzioni, che in quella del 2024 è decuplicato. La possibilità di ancoraggio dopo le 22 era comunque riservata solo ai residenti, eppure quell’ordinanza non è stata mai impugnata». Per quanto riguarda, invece, la presunta agevolazione degli operatori maddalenini, il direttore spiega che si è semplicemente tentato un contingentamento notturno, soprattutto perché di notte c’è meno possibilità di controllo. «L’ obiettivo è salvaguardare il mare e la costa, proprio come stanno facendo altri amministratori, tra cui il sindaco Ragnedda, impegnato, per esempio, nella protezione dunale. Gli operatori del noleggio di La Maddalena sono pochi, così come i diportisti isolani che fanno rada notturna. Si parla di decine di unità». «Inoltre – aggiunge –, in generale, come si può pensare di limitare la mobilità dei residenti?». La vera questione, comunque, secondo il direttore, è “capire cosa si vuole fare da grandi”. «Qualcuno vuol davvero prendersi a cuore questo Parco? Mi dispiace perché sembra che si stia parlando di un parco giochi disponibile per tutti. Interessa la sua tutela o si vuole soltanto fare business?». E sulle proposte avanzate dall’associazione, «non si sono tradotte in fatti anche perché sono solo da gennaio 2025 e faccio quello che posso con le scarse risorse che ho».

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