Invasione di sedie e tavolini e raffica di multe, chiusi cinque locali: ecco quali sono
Suolo pubblico, lotta all’abusivismo. Ma nel frattempo la giunta cambia il regolamento
Olbia Mappe, misure, nuove soluzioni. Tutto ruota attorno ai dehors: dopo le deroghe del periodo Covid, l’amministrazione porterà in consiglio comunale una variante al regolamento del 2016. Ma da quello che emerge – in attesa dell’illustrazione dettagliata del piano da parte della giunta – le nuove regole saranno comunque meno restrittive rispetto al passato. In sostanza, saranno in qualche modo formalizzate alcune delle soluzioni maturate durante una pandemia che aveva di fatto riscritto le norme della vita sociale e anche della somministrazione delle bevande e degli alimenti nei bar e nei ristoranti. Durante il Covid, per esempio, il Comune aveva autorizzato in via provvisoria l’occupazione di nuovi spazi di fronte agli esercizi pubblici. Occupazioni che, in molti casi, saranno confermate con la variante che approderà in consiglio comunale nella seduta convocata dal presidente Marzio Altana per mercoledì 30 luglio alle 15.30. Questo, comunque, non significa che nelle strade e nelle piazze di Olbia regnerà il far west. Anzi. Perché se da una parte la giunta guidata dal sindaco Settimo Nizzi tende la mano agli esercenti olbiesi con il nuovo regolamento, dall’altra ha appena reso più dure le sanzioni per coloro che sistemano sedie e tavolini oltre lo spazio consentito. L’ultimo esempio arriva da San Pantaleo, dove ieri, 24 luglio, sono stati chiusi per cinque giorni tre locali attorno alla piazza.
Il regolamento. Quella che sarà portata il 30 in consiglio è una variante al regolamento del 2016. Uno strumento, quest’ultimo, con cui la maggioranza guidata sempre da Nizzi aveva di fatto stravolto il piano adottato tempo prima dall’allora giunta Giovannelli: via i dehors in acciaio, legno e vetro e spazio invece agli ombrelloni con i tavolini. Nel periodo della pandemia, e quindi a partire dal 2020, per fronteggiare la crisi economica e contrastare la diffusione del virus l’amministrazione aveva però concesso alcune deroghe alle disposizioni comunali in materia di suolo pubblico. In altre parole, era stato concesso l’occupazione con sedie, tavolini e ombrelloni degli stalli destinati al parcheggio delle auto di fronte alle attività per favorire la somministrazione all’aperto. Situazioni che avevano ottenuto la proroga fino al 31 dicembre del 2025 e che adesso, attraverso la nuova variante, saranno di fatto formalizzate e regolamentate. Nella delibera che sarà presentata mercoledì dall’assessore all’Urbanistica Bastianino Monni, per esempio, si legge che «è interesse dell’amministrazione, accertati i vantaggi apportati dalle misure adottate, recepire le richieste avanzate dai vari esercenti circa il mantenimento delle occupazioni autorizzate e comunque potenzialmente autorizzabili con l’adozione della variante». Inoltre, la variante al regolamento del 2016 prevede anche alcune novità relative alle tipologie di arredo, materiali e certificazioni. Sembrerebbe che la linea della giunta sia quella di stabilire disposizioni meno ferree rispetto al passato e quindi meno vincoli dal punto di vista dei materiali. Un insieme di norme che riguarderà gli esercenti della città, ma non esattamente tutti. Resta infatti il “problema” dei locali del waterfront – come quelli da via Principe Umberto al lungomare di via Redipuglia – che la concessione di occupazione del suolo pubblico la ottengono non dal Comune ma dal Demanio. Di conseguenza, gli esercenti che si affacciano sul mare sono liberissimi di non sottostare alle regole – per esempio sui materiali – imposte dall’amministrazione nel resto della città.
Pugno di ferro. E mentre la giunta si prepara a presentare la variante al regolamento dei dehors, lo polizia locale continua a portare avanti i controlli per sanzionare chi occupa con sedie e tavolini anche gli spazi non autorizzati. Ieri mattina 24 luglio, soltanto a San Pantaleo, borgo sempre più votato a un turismo di un certo livello, sono stati chiusi per cinque giorni tre centralissimi locali: Caffè Nina, La Place e Qui e Ora. È l’effetto dell’ordinanza firmata dal sindaco Settimo Nizzi nei primi giorni di luglio. Una ordinanza che, in particolare, richiama un articolo della legge 94 del 2009 che, nei casi di indebita occupazione di suolo pubblico, dà la possibilità al sindaco di «ordinare l’immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e, se si tratta di occupazione a fine di commercio, la chiusura dell’esercizio fino al pieno adempimento dell’ordine e del pagamento delle spese o della prestazione di idonea garanzia e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni». Insomma, il sindaco ha deciso di avvalersi del potere previsto dalla legge 94 del 2009 e di aggiungere alla normale sanzione pecuniaria stabilita dal Codice della strada – come misura accessoria – l’obbligo di chiusura della attività per almeno cinque giorni. Nel mirino, come si legge ancora nell’ordinanza, «tutte le occupazioni effettuate con qualsiasi manufatto, struttura o elemento che possa essere direttamente collegato funzionalmente all’attività di vendita o di somministrazione, quali tavolini, sedie, cassettiere contenenti suppellettili per la somministrazione, espositori per la vendita di prodotti». L’obiettivo dichiarato nella ordinanza del sindaco è «migliorare la vivibilità da parte di residenti e visitatori rendendo gli spazi pubblici accessibili, sicuri e piacevoli da utilizzare».