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	Casa Boheme a San Pantaleo
Casa Boheme a San Pantaleo

La protesta del titolare di Casa Boheme dopo la chiusura del locale per cinque giorni

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Olbia La legge del tavolino è uguale per tutti e nella tonnara di San Pantaleo pagano pegno anche i locali blasonati della piazza della Chiesa. Sull’occupazione del suolo pubblico il Comune di Olbia non fa sconti e nella rete sono finiti presunti intoccabili come il ristorante “Giagoni in piazza” (subito riaperto dal Tar con provvedimento d’urgenza) e nuovi locali di prestigio nazionale come il “Casa Boheme”. In precedenza, prima di Ferragosto, la stessa sorte era toccata al celebre Caffè Nina, un’istituzione del borgo turistico, e il vicino La Place. Per tutti, cinque giorni consecutivi di chiusura e tavolini ridotti al numero consentito, non uno di più. Ad agosto, una mazzata. Non ha paura di protestare Luca Guelfi – imprenditore alla guida di un piccolo impero della ristorazione con locali di grande successo a Milano e in mezzo mondo – a San Pantaleo titolare del Casa Boheme, ultimo nato della Guelfi company.

A maggio e giugno, al momento dell’apertura del locale, la polizia locale gli ha messo due multe per la sistemazione non autorizzata dei tavoli all’esterno del ristorante. E adesso è arrivato l’ordine di chiusura. La sua risposta è un comunicato volante affisso nelle vetrine del locale. «Da ieri e fino a sabato 30 agosto il Casa Boheme è costretto a chiudere i battenti per cinque giorni – racconta Guelfi –. A seguito di un controllo svolto dalla polizia locale nel mese di giugno per verificare se eravamo in possesso dei permessi per il dehor, ci è stata notificata una multa, che il giorno seguente abbiamo provveduto a pagare. Già dal 18 aprile avevamo fatto richiesta per l’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico per tavolini e sedie. Con tutta calma, dopo un mese, il 19 maggio, l’ufficio tecnico comunale ha richiesto integrazioni alla nostra domanda che immediatamente abbiamo protocollato».

«Da quel momento, cioè dal 19 maggio – continua l’imprenditore – siamo rimasti in attesa della concessione, immaginando tempi brevi visto che ci troviamo in una località estiva dove il dehor è indispensabile per lo svolgimento dell’attività stagionale. Il permesso è arrivato finalmente il 5 luglio, 80 giorni dopo la prima richiesta, perché evidentemente questa è la funzionalità e l’operatività dell’amministrazione pubblica di Olbia, città che pure vive di turismo estivo. Non potevamo aspettare il 5 luglio per collocare tavolini e sedie nel dehor perché l’attività sarebbe andata in default dopo soli 2 mesi dall’apertura, il 2 maggio. Default, cioè fallimento».

Il resto è tanta amarezza. «Abbiamo investito parecchi soldi per ristrutturare Casa Boheme utilizzando esclusivamente imprese locali e acquistando prodotti da fornitori della zona – conclude Luca Guelfi –. Abbiamo assunto 21 dipendenti, paghiamo le tasse e nel nostro piccolo stiamo contribuendo a dare l’esclusività che merita a questo meraviglioso borgo. Cinque giorni di chiusura nel mese di agosto sono una scelta che ci lascia senza parole, che non tiene conto delle devastanti ripercussioni economiche e che mette a rischio l’impresa e i suoi dipendenti. Delusi e amareggiati, prendiamo atto delle decisioni dell’amministrazione e sospendiamo definitivamente nuove iniziative imprenditoriali che erano in progetto a partire già dal prossimo inverno».

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