Olbia, imprenditrice di 63 anni torna tra i banchi del liceo: «Un privilegio»
Cornelia Patella ha scelto di frequentare la quinta del liceo scientifico: «Avevo il bisogno di mettermi in gioco e stare con i ragazzi: la scuola mi tiene viva»
Olbia È seduta al primo banco, proprio di fronte alla porta. Libri in ordine, penna pronta, lo sguardo curioso. È lì che ogni mattina, puntuale, Cornelia Patella, 63 anni, prende posto nella quinta B – indirizzo Scienze umane - del liceo scientifico Lorenzo Mossa, circondata da compagni e compagne di diciott’anni. Un’eccezione nella normalità. «Per me è un lusso andare a scuola al mattino – dice sorridendo –. Mi alzo alle quattro e mezzo, faccio ginnastica, porto fuori i miei due barboncini, poi in macchina ripeto quello che ho studiato la sera prima. È la parte più bella della giornata».
Cornelia ha una vita intensa alle spalle - da parrucchiera (anche al concorso di miss Italia) a tricologa, da imprenditrice a consulente con un salone che ha avuto fino a 12 dipendenti - e continua a lavorare tra Olbia e Lugano. Ma a un certo punto ha sentito che le mancava qualcosa. «Avevo iniziato un percorso di studi da privatista, arrivando fino alla quarta. Sentivo il bisogno di mettermi in gioco, di studiare di più, ma soprattutto di vivere la scuola, di stare in mezzo ai ragazzi. Così ho deciso che l’ultimo anno lo avrei fatto in una scuola pubblica, come tutti gli altri. Sono andata dal preside del Mossa, Gianluca Corda, ho chiesto se avessi potuto frequentare la quinta, e due giorni dopo ero in classe».
Da allora, Cornelia è una presenza speciale nella quinta B: discreta, appassionata, sempre pronta a imparare. «Non mi sono mai sentita fuori posto – racconta –. Forse perché ho un carattere deciso: la mia personalità arriva prima di me, ma in classe cerco di comportarmi come una studentessa qualsiasi. Mi preparo, ripasso, do le interrogazioni». Ne ha già sostenute alcune, anche con buoni risultati, e sorride quando parla della sua materia preferita: «La matematica. Quando capisci un passaggio e vai avanti senza intoppi è una soddisfazione enorme».
C’è solo una cosa che ancora la intimorisce: «I compiti in classe. L’idea mi mette un po’ di ansia, ma non mi tiro certo indietro». Il dirigente scolastico, che le ha spalancato le porte, sottolinea il valore di questa esperienza: «Accogliere in classe una studentessa adulta significa dare piena attuazione al principio di inclusione che guida la nostra scuola – spiega Gianluca Corda –. La diversità delle età e delle esperienze rappresenta una risorsa preziosa per l’intera comunità scolastica, favorendo la crescita umana e la solidarietà tra generazioni. La scuola è, e deve essere sempre, un luogo di apprendimento aperto a tutti, senza limiti di età. La presenza di una persona adulta tra i banchi, insieme a studenti più giovani, testimonia concretamente che l’istruzione è un diritto e un’opportunità per tutta la vita. È un valore aggiunto che arricchisce l’esperienza educativa di ciascuno. Ma è anche un esempio di coraggio e di determinazione, capace di trasmettere agli studenti un messaggio profondo: non è mai troppo tardi per imparare, per sognare e per rimettersi in gioco».
In classe, Cornelia partecipa alle lezioni, aiuta chi resta indietro. «Quando vedo un compagno in difficoltà, cerco di incoraggiarlo. Loro fanno lo stesso con me. È uno scambio continuo». I professori raccontano che a volte riesce persino a stemperare tensioni tra studenti e docenti: «Fungo un po’ da cuscinetto – dice ridendo –. Basta una parola gentile per rimettere tutto a posto». Dopo la campanella, Cornelia chiude il quaderno, saluta i compagni e corre al lavoro. Il pomeriggio lo trascorre tra clienti e consulenze tricologiche, la sera torna sui libri. «Studio e mi preparo per il giorno dopo cercando di non rimanere mai indietro. Non è stanchezza, è una forma di felicità. La scuola mi tiene viva».