Rio de Janeiro, maxi blitz anti-narcos: 64 morti e oltre 2.500 agenti in azione
L'intervento è il più letale nella storia dello Stato: scuole e università chiuse, voli sospesi, trasporti pubblici nel caos
RIO DE JANEIRO È di 64 morti, tra cui quattro agenti, il bilancio della più letale operazione di polizia mai condotta nello stato di Rio de Janeiro. Il blitz è scattato lunedì mattina nei complessi di Alemão e Penha, due favelas ad alta densità, roccaforti del Comando Vermelho, la più potente organizzazione criminale della regione.
L’operazione, denominata “Contención”, ha coinvolto oltre 2.500 uomini delle forze dell’ordine. Raffiche di oltre 200 colpi al minuto hanno trasformato intere aree della città in veri e propri scenari di guerra. I narcotrafficanti hanno risposto con droni carichi di granate, fucili d’assalto e l’uso di autobus sequestrati per bloccare le strade.
Secondo quanto dichiarato dalle autorità locali, sono stati arrestati 81 sospetti e sequestrati 93 fucili e oltre mezza tonnellata di droga. Il leader del gruppo, Edgar Alves Andrade, detto Doca da Penha, rimane latitante: su di lui pendono 20 mandati di cattura per più di 100 omicidi. Il governatore di Rio, Cláudio Castro, ha parlato di un'azione "contro i narcoterroristi" e ha chiesto il sostegno del governo federale.
L’operazione ha causato la chiusura di 45 scuole, la sospensione di servizi sanitari e gravi disagi nei trasporti pubblici, con anche voli bloccati all’aeroporto Galeão. Le organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto un’inchiesta sulle morti registrate, mentre a Brasilia il governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha convocato una riunione d’urgenza.
