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Olbia

Il dibattito

Olbia, no all’abbattimento della sopraelevata. L’architetta Marina Brundu: «Diventi un ponte giardino»

di Dario Budroni
Olbia, no all’abbattimento della sopraelevata. L’architetta Marina Brundu: «Diventi un ponte giardino»

La professionista indica i vantaggi della trasformazione green: ambientali, estetici ed economici

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Olbia Il suo destino sembra essere segnato. Via la sopraelevata dal punto più interno del golfo olbiese. Meglio un tunnel sottomarino in prosecuzione di quello inaugurato ormai 22 anni fa. L’amministrazione Nizzi non ha dubbi sul futuro del ponte di cemento armato che da mezzo secolo domina il mare di Mogadiscio e via Redipuglia. Un’idea, che sarà presto trasformata in un progetto, che ha però subito diviso gli olbiesi. Tanti i favorevoli, ma molti anche i contrari.

Nei giorni scorsi, sulle pagine della Nuova, è stato l’architetto Giovanni Maciocco, olbiese e di gran lunga uno dei massimi conoscitori della città, a schierarsi per il sì alla demolizione. Secondo lui, è importante che Olbia si liberi al più presto di quella che rappresenta una grigia barriera tra la città e il suo mare. Ma, sempre tra gli architetti, c’è anche chi la pensa in maniera differente. Come Marina Brundu.

«La sopraelevata come un giardino, sì al tunnel»

 Favorevole anche lei alla realizzazione di un tunnel, l’architetta con studio a Olbia, nel futuro della città, vede però ancora la sopraelevata. Ma non più come una strada a due corsie: meglio una sorta di lungomare volante, una passeggiata sulle bellezze del golfo tra aiuole verdi, luci, camminamenti e piste ciclabili. Un Garden Bridge, insomma. Un ponte-giardino simile a quelli che stanno prendendo forma in altre città del mondo.

Il Garden Bridge

Marina Brundu ha il suo progetto ben chiaro in mente. E così risponde allo «stimatissimo architetto Maciocco», tra le altre cose fondatore della facoltà di Architettura di Alghero. «Non avrei mai pensato di dissentire da lui» è la premessa della professionista, che illustra poi la sua idea. Quella di un garden bridge. «Ferma restando la mia personale approvazione al progetto di una viabilità sottomarina che si raccordi direttamente alla Olbia-Sassari, mi permetto di suggerire riferimenti a opere più recenti, alcuni già realizzati, altri ancora in fase progettuale, come la High Line di New York, lo Sky Garden di Seoul o l’ultimissimo Garden Bridge di Londra. Tutti questi interventi condividono un principio fondamentale: la connettività urbanistica. Rivolgendoci dunque al futuro, mi domando perché non si consideri la possibilità di recuperare la sopraelevata che, urbanisticamente parlando, si configura non come una barriera ma piuttosto un filtro a protezione di un tratto di mare da riservare alla piccola nautica locale. Spostando il tunnel di poche decine di metri, in posizione di sicurezza rispetto ai fabbricati esistenti, il ponte potrebbe trasformarsi in un parco sopraelevato, un percorso esclusivamente pedonale e ciclabile».

I vantaggi della sopraelevata giardino

Per Brundu la scelta comporterebbe non pochi vantaggi. «Nell’immediato, consentirebbe di destinare le risorse già reperite unicamente agli scavi, mantenendo la sopraelevata come arteria di collegamento fino al completamento del tunnel. Inoltre, i fondi destinati alla demolizione, allo smaltimento e alla bonifica dei detriti che finirebbero in mare potrebbero invece essere impiegati per la manutenzione straordinaria e la trasformazione del viadotto in parco urbano, che si ripagherebbe da sé».

Super panorama

L’architetta, insomma, non vede la sopraelevata come un elemento da smontare e buttare via. Anzi, l’esatto contrario. «Olbia continuerebbe a beneficiare, oltre che del suo suolo pubblico, del collegamento tra il centro storico e il quartiere di via Roma, che ne trarrebbe un incremento di valore sia economico sia in termini di vivibilità. Per la parte sud, sarebbe un incentivo concreto a spostarsi a piedi o in bicicletta, riducendo l’uso dell’auto». Poi c’è il fattore panorama: «Sul piano estetico, siamo certi che questa sopraelevata sia davvero così “orribile”? Chi di noi, percorrendola, non è tentato di rallentare per ammirare un panorama unico, visibile solo da quella prospettiva? Perché, dunque, privare noi olbiesi di questa opportunità? Il nostro Garden Bridge sarebbe, in realtà, il più spettacolare di tutti, visibile da chiunque arrivi in barca, in nave, o perfino in aereo. Sono certa che affascinerebbe turisti e residenti, che vorrebbero visitarlo e viverlo. Sono altrettanto convinta che, se la sopraelevata venisse demolita, a distanza di qualche anno si farebbero avanti grossi studi di architettura pronti a firmare, a fronte di compensi milionari, ciò che oggi già ci appartiene».

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