Golfo senza sopraelevata: il progetto divide gli olbiesi. I commercianti sul mare: «Il panorama sarà più bello»
Il piano del Comune avanza tra favorevoli e idee alternative.
Olbia Sospesa tra il cielo e il mare. Da lassù il panorama è impagabile e, in fondo, alla sua ingombrante presenza ci si è in qualche modo affezionati. Ma è anche vero che copre Tavolara, che d’estate genera lunghe code di auto e che il suo profilo non è certamente un capolavoro di architettura. Così il dibattito si fa sempre più acceso: c’è chi non la vuole più, a cominciare dal Comune, e chi invece la vorrebbe in qualche modo salvare. La demolizione della sopraelevata, che sarà sostituita da un tunnel sottomarino a quattro corsie, insomma divide gli olbiesi. Sui social i più agguerriti sembrano essere quelli del “partito pro ponte”. Per strada, invece, i toni suonano sicuramente più diplomatici: qui, così come si presenta oggi, la sopraelevata sembra non piacere quasi a nessuno. Quindi sì alla sua demolizione.
E se proprio deve essere lasciata in mezzo al golfo, meglio trasformarla in un ponte-giardino, come ha proposto con tanto di rendering l’architetta Marina Brundu. Un progetto alternativo, che prevede comunque la realizzazione di una galleria, che ha riscosso un certo successo in città facendo il pieno di like, commenti e condivisioni sui social. In ogni caso l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Settimo Nizzi avanza decisa e ha avviato la fase di progettazione: prima sarà realizzato il tunnel sottomarino, poi sarà cancellata la sopraelevata. Gli obiettivi sono due: migliorare la viabilità e liberare il golfo interno dal cemento. Di conseguenza il panorama cambierà soprattutto dalle parti del lungomare e di piazza Crispi.
Lo sa bene Marco Mura della trattoria Terra Nostra, che ha i finestroni del locale che danno direttamente sulla piazza, sul mare e sul ponte di cemento. «L’idea di allungare l’attuale tunnel va nella giusta direzione – dice Mura –. Per quanto riguarda la sopraelevata, effettivamente non è bella. Soprattutto perché si trova sul mare, in mezzo al golfo. In futuro sarebbe bello se, qui nella darsena di via Redipuglia, si realizzasse un porticciolo. Il diportismo porta soldi e con la sopraelevata molte imbarcazioni non potrebbero accedere. Devo dire, però, che mi piace anche il progetto dell’architetta Marina Brundu. Parlo del ponte-giardino, che potrebbe diventare un valore aggiunto, un’attrazione per tutta Olbia. In altre città del mondo stanno studiando e attuando soluzioni di questo tipo. Non è un’idea che scarterei».
Giuseppe Marrone, del Wine Club di piazza Matteotti, dal suo locale non vede la sopraelevata, ma qualche idea se la sta comunque facendo. «Ma sì, il tunnel è da fare – dice –. Aiuterebbe a migliorare la situazione del traffico soprattutto durante il periodo estivo. Quindi va bene demolire la sopraelevata. Oppure potrebbe essere trasformata in un giardino con una pista ciclabile o comunque abbellita almeno con un po’ di colore». A poche decine di metri dai piloni di cemento passeggia Mario Falchi, finanziere in pensione. Sembra avere le idee piuttosto chiare, anche perché lui, il golfo senza sopraelevate, lo ricorda bene. «C’ero quando le costruirono e devo dire che ai tempi non c’era la stessa sensibilità di oggi – spiega –. Sono favorevole alla demolizione, perché è innegabile che sia come un pugno in un occhio. Secondo me andrebbe demolita anche l’altra sopraelevata, quella sull’insenatura di Porto Romano, per poi realizzare un unico tunnel. In questo modo libereremmo il golfo dai due ponti. Bisogna vedere le cose con una prospettiva futura, pensando che la città, in questo modo, potrebbe diventare ancora più bella. Altrimenti si rischia di fare gli stessi errori del passato, come quando fu deciso di costruire la zona industriale sul mare». Gianni Are, del bar Demo’s di via Genova, ha la veranda che dà esattamente sulla rampa del ponte. «L’idea della demolizione mi convince, anche perché, al posto dell’asfalto, da qui potremmo vedere il mare – spiega –. A livello estetico sarebbe la scelta più giusta. Spero solo di esserci ancora al momento della demolizione (ride, ndr). Credo che ci vorranno tanti anni e non è da escludere che i lavori possano interrompersi per via del ritrovamento di reperti archeologici, come già accaduto con l’altro tunnel». Poco più in là c’è il ristorante Novantasei. Anche qui stesso discorso: i finestroni danno sulla rampa e sui piloni della sopraelevata. «Molti clienti – racconta la giovane ristoratrice Giulia Yang – ci dicono che abbiamo una bella vetrata e che è un peccato che non si veda il mare. Ed è vero. Ma non deve essere un discorso legato solo alla nostra attività. Penso che la demolizione della sopraelevata farà bene a tutta la città. Cambierà il panorama».
