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La sentenza

Olbia, diffamazione contro il penalista: due condanne

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale

Al centro del processo, uno strascico giudiziario legato ai terreni del Mater Olbia

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Olbia Due condanne per diffamazione tramite social. La sentenza è stata emessa oggi 22 dicembre dalla giudice del tribunale di Tempio, Adriana Grandolfo, nei confronti del direttore responsabile della pubblicazione online Sardegna Reporter, Gian Franco Fadda, condannato a un anno di reclusione (il pm aveva chiesto 8 mesi), e di Alessandro Marini, che dovrà, invece, scontare 6 mesi di reclusione. Dovranno anche pagare una provvisionale nei confronti delle parti civili: 15mila euro al penalista Angelo Merlini e 10mila euro a Lucio Rispo, entrambi difesi dall’avvocato Jacopo Merlini. Le parti civili devolveranno le somme in beneficenza. Il processo riguarda un ennesimo strascico giudiziario legato alla vicenda dei terreni sui quali è stato costruito il Mater Olbia.

Per anni Alessandro Marini ha condotto una battaglia, anche col supporto di testate d’informazione online, per mettere le mani sui terreni dove è stato costruito l’ospedale.  L’imprenditore di Codrongianos sosteneva di aver acquisito i diritti di usucapione da Luigi Mulas, il custode al quale Don Verzè, nel 1994, affidò il controllo di 40 ettari dell’ex San Raffaele, in località Chentu accas. Nel giugno 2024 il tribunale di Tempio ha condannato Marini a due anni di reclusione per tentata estorsione nei confronti della società del Qatar proprietaria del Mater Olbia. In tutte le cause intraprese da Marini, la Sardinia healthcare and research properties, proprietaria del Mater Olbia, è stata tutelata dall’avvocato Angelo Merlini, ma lui ha continuato a sostenere che il penalista avesse una delega falsa per operare per conto della società del Qatar.

Il penalista insieme alla società proprietaria del Mater Olbia (braccio operativo di Qatar Foundation), e all’allora ad della Shrp Lucio Rispo, sono stati travolti negli anni in un vorticoso susseguirsi di notizie definite dagli interessati false, il tutto amplificato attraverso la pubblicazione online di articoli. Nel capo d’imputazione, il pm contestava il contenuto di una decina di articoli nei quali si insinuava  che il penalista millantasse  mandati difensivi mai ricevuti dalla Sardinia healthcare and research properties e varie vicissitudini legate al Mater Olbia. Oggi la sentenza di condanna. I due imputati erano difesi dall’avvocato Giò Mura. (t.s.)

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