Tempio, approvato il Puc dopo anni di attesa: ma le opposizioni lo bocciano
La riunione più lunga e combattiva del 2025. Botta e risposta anche sul Dup
Tempio Finalmente il Puc. Dopo tanti anni di attesa, il piano urbanistico comunale sembra vicino, come mai prima, alla sua definitiva approvazione. Manca solo l’ultimo suggello: quello che la Regione apporrà se, come sindaco e assessori si augurano, filerà liscio anche l’ultimo passaggio della pratica. «L’ultimo passaggio – ha dichiarato il sindaco Addis – sarà il benestare della Regione sulla coerenza del Puc con il Piano Paesaggistico Regionale e con il Pai (Piano di Assetto Idrogeologico). Una volta pubblicato sul Buras, Tempio avrà il suo primo piano urbanistico». Nel darne notizia nell’ultimo consiglio comunale e poi all’intera cittadinanza attraverso le pagine social del Comune, Addis rivendica il Puc come il desiderio mancato di tutte le amministrazioni che hanno preceduta la sua. «Il Puc è stato per molte tornate amministrative elemento prioritario dei programmi elettorali di qualunque colore politico: anche la nostra amministrazione lo ha posto al centro del proprio programma, e ci apprestiamo a concludere la legislatura con la grande soddisfazione di aver rispettato a pieno questo punto del nostro mandato».
Prima della presentazione del Puc, sono stati altri i punti che hanno scaldato gli animi, facendo dell’ultimo consiglio del 2025 uno dei più lunghi (più di 4 ore di interventi, tra repliche, rivendicazioni e risentite precisazioni) e dei più combattuti dei cinque anni della giunta Addis. Giunta e minoranze non se le sono mandate a dire. Per un confronto a 360 gradi tra le parti si prestava, d’altronde, più di una circostanza: i temi del confronto, innanzitutto, visto che si è discusso anche del Dup, il documento unico di programmazione, che è la cartina tornasole di qualsiasi amministrazione, e la data sempre più vicina delle Comunali, che si terranno a fine inverno o piena primavera. Forse è stato proprio quest’ultimo fattore ad avere innescato i tanti botta e risposta che hanno dato colore all’ultimo Consiglio comunale dell’anno. L’ultimo anche della giunta in carica, che si ripresenterà al completo quando riapriranno le urne, presentando agli elettori il conto delle opere compiute. Un bilancio che le minoranze stigmatizzano come deludente.
«Proprio come il Duc – ha sentenziato Alessandra Amic – formalmente impeccabile, ma senza visione». A rincarare la dose di critiche al documento illustrato dall’assessore al Bilancio, Paolo Cossu, ci ha poi pensato Mario Addis, che ha paragonato il Puc a un bonsai. «Come un bonsai, è ordinato e pulito, ma incapace di fare crescita. Nel documento mancano una gerarchia delle priorità e l’indicazione di un modello futuro di città. Un bilancio che amministra l’esistente e non investe capitale politico nel cambiamento. Il turismo ristagna e non si stanno intercettando nuove presenze. Nel bilancio manca attenzione alla denatalità e all’impoverimento sociale. La responsabilità politica è quella di un bilancio che si limita a far tornare i conti, mentre la preoccupazione concreta riguarda le famiglie, i giovani, le attività economiche che si trovano in contesto di stagnazione». Una narrazione che contrasta in pieno con quella di sindaco e assessori, che ritengono, come ha sostenuto Monica Liguori, di avere invece cambiato il volto della città.
