La Nuova Sardegna

La spinta "gentile" contro plastica e zucchero

Stefano Sotgiu
La spinta "gentile" contro plastica e zucchero

Fanno male all'ambiente e alla salute delle persone, ma tasse e divieti non funzionano. Anziché punire i comportamenti dannosi è meglio favorire quelli virtuosi

17 novembre 2019
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Lo schema è sempre lo stesso. Sì o no. Ora è la volta delle imposte sulla plastica e sullo zucchero. Di cosa si tratti è abbastanza semplice da dire: nell'interpretazione più benevola si vorrebbero disincentivare consumi che si ritengono dannosi (la plastica per l'ambiente, lo zucchero per la salute) incrementando il loro prezzo con un'imposta specifica; in quella più maliziosa, il vero obiettivo sarebbe quello di fare cassa per rimpolpare una finanziaria bisognosa di risorse. Lasciando da parte la seconda ipotesi e partendo dalle buone intenzioni di chi ha messo sul tavolo la proposta, gli elementi da prendere in esame sono chiari. Non altrettanto pacifiche le soluzioni, però. È vero, l'Italia consuma plastica in misura eccessiva rispetto ad altri Paesi, anche europei. E non la ricicla a sufficienza. Si pensa dunque di tassare alcuni prodotti monouso per ridimensionarne l'utilizzo. Da tempo il discorso sulla plastica è in testa alle preoccupazioni dell'opinione pubblica e i timori per la contaminazione dell'ambiente crescono. Una misura che riduca l'utilizzo di materiali plastici, dunque, dovrebbe essere apprezzata. Stesso discorso per lo zucchero.

Le retoriche sull'eccesso di zuccheri che il nostro organismo assume sono molto presenti e forti da tempo. Basti ricordare un famoso film americano di qualche anno fa, "Supersize me", nel quale appariva chiaro quanto carichi di zuccheri fossero tanti alimenti che ingeriamo, a partire dalle bevande gassate. E quanto fossero sofisticate le strategie messe in campo dalle aziende che le producono per farcene consumare sempre di più. Da qui il diffondersi di numerose patologie a carico dell'organismo che si ripercuotono sul bilancio della Sanità, appesantendolo. Fino a far ipotizzare in alcuni Paesi (in particolare quelli anglosassoni), penalizzazioni per chi ne faceva largo uso nell'accesso ai servizi sanitari. Una strategia che, per fortuna, non ha mai attecchito veramente, soprattutto nell'Europa continentale. Plastica e zucchero in eccesso: problemi sociali ed economici effettivi, cui reagiamo però in maniera spesso troppo netta. I nostri sistemi politico-amministrativi, rispetto a questioni di questi genere sembrano avere solo due modalità possibili: il divieto (e non è possibile in questo caso immaginarlo come per il fumo nei luoghi pubblici e di recente in molte spiagge) oppure la tassazione a scopo deterrente. Un incremento del costo dovrebbe ridurre il consumo di un prodotto ritenuto dannoso. Si tratta di strategie che trasferiscono i costi sui consumatori senza lasciare loro la libertà di poter scegliere. E che spesso devono scontrarsi con il consenso o situazioni politiche contingenti. Nel caso italiano con la localizzazione del distretto degli imballaggi in Emilia-Romagna, regione cruciale per gli equilibri politici italiani prossimi venturi. Si propone allora una gradualità di tassazione, un prelievo che vada a crescere negli anni.

Non si prende apparentemente in esame, però, un'altra strategia: quella della "spinta gentile" o nudge. Termine introdotto dal Nobel per l'Economia Richard Thaler e da Cass Sunstein in un celeberrimo testo del 2017. Si vuole disincentivare un comportamento giudicato dannoso? Non lo si impedisca ma si metta su un "piano inclinato" quello virtuoso. Il cosiddetto "paternalismo libertario" non vieta i comportamenti dannosi, favorisce quelli virtuosi. È meglio fare le scale rispetto al prendere l'ascensore? Una targa con il consumo calorico per rampa all'ingresso della scalinata può farci optare più facilmente per il fare la cosa giusta. Senza obbligarci, cosa che ci farebbe probabilmente imbestialire. Se invece che tassare si orientassero i consumatori verso la migliore scelta per l'ambiente e per se stessi, probabilmente si otterrebbero gli stessi risultati. I dati del nudging in giro per il mondo sono lusinghieri in questo senso. E si eviterebbe di far montare ulteriormente il malumore di un Paese sull'orlo di una crisi di nervi. Perché allora non essere più "gentili"?

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