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Spingiamo la Sardegna oltre il virus - L'EDITORIALE

Antonio Di Rosa
Spingiamo la Sardegna oltre il virus - L'EDITORIALE

Prudenza e coraggio: free covid e ripartenza nell'isola

09 aprile 2020
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SASSARI. La Sardegna viaggia come una lepre nella lotta al Coronavirus. Secondo la Fondazione David Hume l’Isola ha la temperatura più bassa, cioè è quella che resiste di più all’aumento dei contagi. Per habitat naturale, per la chiusura di porti e aeroporti quasi totalmente, per l’intervento sulle strutture sanitarie. Solo Sassari è fuori contesto col 71% dei decessi. Avevamo sostenuto dieci giorni fa che era necessario pensare a un nuovo Rinascimento. Oggi penso che la Sardegna debba essere la prima terra di sperimentazione, il piano B, per affrettare i tempi della ripartenza.

Lo sostengono gli scienziati, lo dice (ed è stato il primo a pronunciarsi) il professor Crisanti nell’intervista concessa al collega Roberto Petretto. Dove parla di rischio accettabile, di risorse scientifiche che già esistono, dell’uso di app per la tracciabilità degli spostamenti. Insomma una Regione pilota proiettata sull’uscita dall’epidemia. E può diventare una occasione per investimenti pubblici e privati che trasformerebbero quest’area in un punto di riferimento del Paese. In poche parole, bisogna impegnarsi, tutti dobbiamo contribuire all’uscita da un inferno che blinda la nostra vita e la mette in pericolo.

Per fare questo non bisogna piangersi addosso. Leggo ancora dichiarazioni di persone che occupano ruoli importanti con una vena di disfattismo impressionante. Dicono: un errore puntare sul turismo. Come? Forse non ho capito bene. In questa Regione il settore turistico è fondamentale (8% del Pil più l’indotto). Dobbiamo aiutare gli operatori Tutti. Penso ai medi e ai piccoli, penso ai ristoranti, ai bar, a tutti gli esercizi che convergono in questo ambito. Disperati. Ecco perché non è utile gridare al disastro, alle lacrime e sangue.

Questo giochino lo facciamo da sempre. In questo momento ci vogliono donne e uomini che usino il cervello per superare l’impasse. Allora servono i finanziamenti ma senza progetti non si va da nessuna parte. Dobbiamo capire se si può salvare un pezzo di stagione, come si possono limitare i danni e soprattutto le migliaia di lavoratori stagionali e non senza prospettiva. Mancano soldi in tutti i bilanci familiari e nelle imprese. Dunque, la macchina va fatta ripartire appena le condizioni emergenziali lo consentiranno. E bisogna fare una battaglia comune contro la burocrazia, inerte difronte alla pandemia, che non cambia i suoi tempi, va per le lunghe: così le aziende non ricevono i soldi che aspettano da anni. O chiudono i battenti in attesa di un nuovo orizzonte o falliscono. Ma noi, comunque, dobbiamo essere pronti a muoverci. Prudenza e coraggio insieme. Senza avventurismi.

Consiglio al presidente della Regione Christian Solinas di chiedere aiuto ai cervelli di alto livello di cui dispone la Sardegna senza guardare alle appartenenze. Anche se in parte lo ha già fatto. Per questo mi chiedo come mai l’appello dell’ex vicepresidente della giunta di Francesco Pigliaru, non iscritto al Pd, Raffaele Paci lanciato sulla Nuova con proposte importanti e subito raccolto da Solinas, non abbia avuto uno straccio di sostegno a sinistra, né Pd né progressisti e tra i 5 Stelle. Caduto nel vuoto.

Il Pd sembra senza bussola. Onestamente non riesco a capire perché un partito che governa il Paese assieme ai grillini non assuma forti iniziative. Qui non si tratta di favorire qualcuno, siamo tutti sulla stessa Arca. I processi vanno governati, non lasciati alla deriva. Chi ha qualcosa da proporre lo faccia subito e la maggioranza sia disponibile ad accoglierle. La possibilità di una sperimentazione per ripartire va colta senza incertezze con l’aiuto di scienziati sardi e non. Si può aprire una fase due proprio qui facendo da apripista al Paese e, forse, all’Europa. Con cautela ma con determinazione. Per questo motivo occorre ritrovare una unità di intenti. L’obiettivo è ambizioso ma a portata di mano. Senza Paura. Proviamoci.

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