Riscopriamo la vacanza in Sardegna
È anche vero che una larga fetta di italiani può permettersi di rado una villeggiatura, alcuni mai, mentre pur volendo in tanti quest’anno hanno già bruciato le ferie in quarantena.
Anche con un clima così aleatorio, non è detto però che questa estate dovremo rinunciare per forza al relax e al divertimento vacanziero. Se ci sarà concesso (e sottolineo “se”), credo dovremmo approfittarne per riscoprire le vacanze a casa nostra.
Troppo spesso passiamo con sguardo leggero su città e paesaggi che non ci appartengono, andiamo per il piacere di andare guidati da una bulimia da viaggiatore, senza magari comprendere appieno il significato dell’esplorazione. L’esterofilia e il gusto dell’esotismo ci fanno dimenticare le bellezze e i tesori che ci circondano.
Non sappiamo come verrà gestita la distanza di scurezza in vacanza, se tutte le spiagge saranno a numero chiuso, se ci saranno i tamponi per i turisti in arrivo o il passaporto sanitario, la app di spostamento e tutte le complicazioni che si sommeranno alle altre preesistenti, finendo per privilegiare i ricchi che possono permettersi un posto al sole (l’aumento del gap sociale è un rischioso effetto collaterale della pandemia). Noi sardi sappiamo però che non abbiamo bisogno di andare lontano per provare lo stupore esotico da isola maldiviana, o per assaporare il fascino di un patrimonio nuragico invidiato in tutto il mondo. È forse questa l’occasione giusta per concepire un tipo di turismo pensato dai sardi per i sardi, che unisca lo svago alla conoscenza approfondita della nostra storia e cultura.
Dopo un’esistenza di peregrinazioni scientifiche in giro per il mondo, Piero Angela ha scoperto i nuraghi della Sardegna l’anno scorso, a 90 anni. Ha ignorato questa unicità megalitica nascosta dietro l’angolo per una vita intera, dicendosi meravigliato per cotanta grandiosità. È vero che “meglio tardi che mai”, però cerchiamo di non prendere esempio.