La Nuova Sardegna

Non vogliamo capire cosa passa nei cuori e nelle menti dei migranti

Bernardo De Muro *
Minorenni migranti giunti nell'isola con la nave greca Rizopon (foto Mario Rosas)
Minorenni migranti giunti nell'isola con la nave greca Rizopon (foto Mario Rosas)

I despoti e gli indifferenti continuano ad offendere, ad opprimere o ad ignorare gli esseri umani che cercano lo stesso asilo e la stessa fortuna dei nostri nonni che, per indigenza, fame di lavoro e taluni per avventura prendevano il treno o la nave dei sogni

03 novembre 2020
4 MINUTI DI LETTURA





Il Libro dei Libri continua ad essere lo specchio dei tempi e quindi della nostra vita. Nemesi o destino, ineluttabilità o casualità, tutto ritorna dolorosamente senza preavviso. Questo pensiero mi è giunto soffermandomi sulla prima lettura dalla liturgia eucaristica di domenica 25 ottobre, tratta dal libro dell’Esodo, fulminante e quanto mai vera nella sua cruda attualità.

Così dice il Signore: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Non molesterai la vedova o l’orfano, Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perch’io sono pietoso”.

I disperati che di continuo vengono dall’Africa, ricca di natura (e di privilegi per pochi) ed arida d’acqua, ma soprattutto terra di stenti, sanno bene che se di giorno il deserto scotta al calor della fiamma, alla notte quella fiamma diventa gelida lama. “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai”. I despoti e gli indifferenti continuano ad offendere, ad opprimere o ad ignorare donne, vecchi e bambini mettendo dietro il filo spinato e in prima linea gli adulti perché hanno più resistenza alle ‘torture’ e alle sofferenze. Sono esodi biblici, per il disperato attraversamento del deserto e il superamento di inimmaginabili pericoli, seguito poi dall’incognita del mare con le erose ricompense che svuotano i malcapitati d’ogni avere.

Gli ‘altri’ che li respingono siamo noi, mentre milioni di esseri umani tendono le mani ricercando la pietà dei popoli della terra d’arrivo. I millenni passano, la Bibbia grida le parole di Dio ma chi le ascolta o le mette in pratica? La cristianità spesso è solo una parola comoda, un mantello per apparire, un modo di agire e di guardarsi attorno senza capire cosa passa nei cuori e nelle menti dei ‘migranti’. Malversazioni, delitti e colpe non hanno tribunali ma paraventi. La “circolarità” della Parola di Dio, rivelata attraverso la Bibbia sul piano del principio e dell’essenza divina, è immutabile. La mano di Caino è la medesima mano dei Caio d’oggi, moltiplicata per malvagità o ignavia.

L’antico esodo dall’Egitto si perpetua ancora oggi, puntualmente. L’Africa che fugge lascia dietro di sé una terra di splendori naturali, di rare bellezze, di fauna e flora di inimitabile fascino. Ma dentro quell’incanto di natura c’è il serpente velenoso delle dittature e dei regimi e, alle loro continue oppressioni, si uniscono, ahinoi, le incapacità degli Stati di “governare” e dare dignità e decoro alle maree di migranti, con la dovuta intelligenza e sapienza per il sacro diritto alla vita. Altro che la ‘spada’ di Dio! La spada di Dio è giustizia universale, è fermezza divina verso tutti: uomini dabbene, peccatori e reprobi che non seguono la retta via.

Oggi, oltre al mantello per il giorno e la notte si ruba l’anima a milioni di esseri umani che cercano lo stesso asilo e la stessa fortuna dei nostri nonni che, per indigenza, fame di lavoro e taluni per avventura, prendevano il treno o la nave dei sogni, e magari ritrovandosi più poveri. La nemesi non è e non sarà mai superata. Certe vicende umane dolorose non nascono solo dalle calamità ma anche dalla cattiveria connaturata che sempre si ripropone, non passando mai per castigo o fatalità.

Francesco chiede sempre il dono del perdono e la fede della misericordia. Ma sono grida in un deserto per i tanti, oggi costretti a pochi, che sostano a San Pietro per l’Angelus domenicale, a causa dell’Invisibile mostro che sembra essere la spietata metafora del male che minaccia o uccide l’uomo. L’Homo homini lupus non conosce la pietà. “Quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perch’io sono pietoso”.

* Scrittore

In Primo Piano
Elezioni comunali

Giuseppe Mascia: «Grande responsabilità che ci assumiamo uniti per governare Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative