La Nuova Sardegna

Il virus incosciente dei negazionisti - IL COMMENTO

Gianluigi Gessa
Il virus incosciente dei negazionisti - IL COMMENTO

Negare il virus o declassarlo significa fuggire dal difficile compito di affrontare il problema dell’equilibrio fra salute ed economia, ovvero di proteggere la salute e il lavoro dei cittadini

04 novembre 2020
4 MINUTI DI LETTURA





L’Internazionale dei negazionisti del covid-19 ha manifestato a Madrid, Berlino, Londra, Roma e in diversi Stati americani contro le misure adottate dai rispettivi governi per contrastare o contenere la diffusione del virus. Il manifesto dei negazionisti italiani riuniti a luglio, a Roma, recitava pressappoco così: l’epidemia è un falso allarme. Le istituzioni devono ascoltare la voce di chi dice che in Italia il covid non c’è più.

È necessario creare un comitato di scienziati alternativo a quello istituito dal Governo e costituire un nucleo di medici, biologi, giuristi, scienziati, ricercatori e intellettuali che indichino una strada verso “la Libertà di tutti”, senza mascherine, lockdown, regole. Questi slogan tra “scienza e diritto” sono stati ripetuti a settembre nella manifestazione dei negazionisti italiani.

Negli Stati Uniti non stanno meglio di noi: il loro leader massimo è Trump in persona che a febbraio ha affermato: i casi sono quasi zero. E a marzo: l’epidemia finirà in due giorni. A ottobre Trump ipotizza iniezioni di disinfettante e l’esposizione dei contagiati a luci intense, che il virus non tollera. “Non sei lo zio pazzo! Sei il Presidente degli Stati Uniti”, gli grida una conduttrice della Nbc.

La mascherina è l’oggetto più contestato dai negazionisti: non è soltanto definita un “bavaglio alla Libertà”, ma è dannosa “perché ci fa respirare la nostra anidride carbonica”. “In Germania almeno tre bambini sono morti, soffocati dalla mascherina”.

Nel Michigan, i negazionisti no-mask hanno fatto irruzione nel municipio, senza mascherina, armati di fucile. Indossavano magliette con la scritta “I can’t breathe”, soffoco! Oltraggioso e offensivo accostare la mascherina al lamento di George Floyd morente, sotto il ginocchio del poliziotto.

I negazionisti italiani sono stati sconfessati dalla violenta ripresa dei contagi. Il virus non è clinicamente morto, come aveva diagnosticato il professor Zangrillo, né è diventato “buono” a seguito di “omoplasia”.

Che cosa c’è nella testa di una persona apparentemente sana di mente, non ignorante, che rifiuta o minimizza in modo ostinato e irragionevole il ruolo dell’uomo nel riscaldamento globale, la sicurezza dei vaccini, il tasso di mortalità da covid, l’utilità delle misure anti contagio?

Secondo la psicanalisi, la negazione è un processo singolo incosciente, è il rifiuto psicologico di accettare come vero un fatto assodato ma insopportabile. Per esempio la rimozione da parte della protagonista dell’omicidio del proprio figlio, nel caso Cogne.

Il negazionismo è un processo collettivo, il rifiuto cosciente di accettare come vero un fatto assodato perché confligge con la propria visione del mondo e minaccia i propri interessi. I negazionisti del clima e dell’epidemia hanno in comune la scelta politica di anteporre l’economia alla salute.

Il negazionismo climatico ha giustificato l’uscita degli USA dall’accordo di Parigi sul clima, perché l’accordo è dannoso all’industria americana del petrolio. Negare il virus o declassarlo è funzionale a una visione che promuove il libero mercato, che antepone le attività economiche alla salute dei cittadini, anche perché le vittime del virus appartengono prevalentemente alle classi più disagiate. Negli USA dietro i negazionisti della pandemia e del riscaldamento climatico ci sono le stesse fonti di propaganda, una rete di informazione definita “web of denial”, la rete dei negazionisti.

Negare il virus o declassarlo significa fuggire dal difficile compito di affrontare il problema dell’equilibrio fra salute ed economia, ovvero di proteggere la salute e il lavoro dei cittadini. È un problema ricorrente nella nostra civiltà, riguarda l’ILVA di Taranto, la E.ON. a Portotorres, l’Eurallumina a Portovesme, la SARAS a Sarroch, l’Amianto a Ottana, i Poligoni del salto di Quirra e Teulada, e la Fluorsid di Macchiareddu.

Sono realtà che pongono il terribile quesito: è meglio un cancro in casa o un disoccupato? Quando Aristarco di Samo, molto prima di Copernico e Galileo postulò che la terra girava attorno al sole, fu accusato, per gioco, di empietà da Cleante, perché se la Terra si muove, disturba il sonno degli dei. Allora, quell’ipotesi non turbava il sonno di nessuno.

Quando Galileo dimostrò che l’eliocentrismo era una verità indiscutibile, disturbò il sonno della Chiesa. Il suo grande accusatore, il cardinale Bellarmino, gli offrì la scelta tra l’abiura e il rogo. Galileo è stato il primo auto-negazionista della storia.
 

In Primo Piano
Calcio Serie A

Al Cagliari non basta un gran primo tempo: finisce 2-2 la sfida con la Juve

di Enrico Gaviano
Le nostre iniziative