La Nuova Sardegna

L’editoriale

Il paese dove tutti vincono

Antonio Di Rosa

	Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Per il governatore Solinas non sarà un percorso semplice, Il suo alleato tradizionale, la Lega, è retrocesso sotto le due cifre, Fratelli d’Italia chiederà più presenza in Giunta. È una occasione irripetibile per sostituire alcuni assessori non adeguati e rafforzare i settori più deboli: la Sanità, i Trasporti, energia e ambiente

26 settembre 2022
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È uno spettacolo esilarante sentire, leader e non, proclamarsi vincitori. Nessuno ha perso perché tutti fanno confronti di comodo. In realtà ha vinto solo Giorgia Meloni grande capo di Fratelli d’Italia: 22 punti percentuali in più rispetto al 2018. Un trionfo. Fa sorridere ascoltare le parole di Matteo Salvini, segretario della Lega, quello che doveva sbaragliare tutti e che si ferma al 9 per cento. Una disfatta sul 2018 quand’era al 17%. Non si dimette, oggi riunisce il suo consiglio federale e spera di farla franca. Dice: 9% ma un centinaio di parlamentari. Grazie, aggiungo io, a una legge inaccettabile, che non ti dà la possibilità di scegliere chi vuoi. L’unico ad ammettere la sconfitta è Enrico Letta, segretario del Pd, il quale porterà la croce del partito fino al Congresso e non si ricandiderà. Un esempio di assoluta serietà. Certo, il centrodestra canta vittoria ma solo la performance della Meloni potrà garantire a tutti un futuro al governo del Paese.

E qui comincia la parte più difficile. Riusciranno Salvini e Berlusconi ad accettare la leadership della Meloni senza problemi? Per me non sarà facile. La prima donna a Palazzo Chigi, se il presidente Mattarella la convocherà, dovrà superare ostacoli interni ed esterni. La crisi economica non la risolvi con un colpo di bacchetta magica. Sarà durissima per tutti. E la nuova leader del Paese avrà bisogno di sostegni e competenze ad altissimo livello. Il Quirinale, come è ovvio, pretenderà garanzie sul rapporto con l’Europa e sulle alleanze internazionali. Nessuna revisione sarà accolta. Vedremo quali saranno i primi passi.

Se la Meloni gioisce, Conte non può esultare più di tanto perché ha perso la metà dei consensi (da 32 a 15%) né può accampare l’alibi della scissione perché Di Maio è sotto l’uno per cento. Le premesse erano molto negative ma quindici punti persi in cinque anni sono tantissimi. Non rimane tempo per le chiacchiere da bordocampo. Il Paese ha bisogno di decisioni immediate per fronteggiare la crisi, l’inflazione, l’aumento dei prezzi e soprattutto il caro bollette. I protagonisti sono chiamati a entrare subito sul terreno di gioco con una strategia di attacco. La Meloni dovrà respingere gli assalti alla diligenza (ci riuscirà?) e scegliere le persone giuste per governare. A livello politico e tecnico. Spero che la Meloni non segua la scia dei suoi predecessori praticando un insulso spoil system. Cambiare per cambiare, anche tecnici validi, non serve. La Sardegna, quasi fanalino di coda dei votanti, ha un record negativo di astenuti, non ha esercitato il diritto-dovere sacrosanto per chi pretende interventi dal governo. Le presenze isolane nell’esecutivo saranno poche. E certamente nei posti di seconda fila del governo.

Adesso vedremo se questa maggioranza (senza alibi) riempirà di contenuti il principio di insularità oppure rimarrà vergato sulla carta dei buoni propositi. Vedremo se sarà risolto il problema dei trasporti, se le Ferrovie resteranno medioevali, se le strade saranno portate a buon fine o dovremo aspettare altri anni. Se l’energia diventerà finalmente il primo punto di attacco alle questioni sarde e l’ambiente, sparito durante la campagna elettorale, tornerà a essere uno dei temi da affrontare in Sardegna. Per il governatore Solinas non sarà un percorso semplice, Il suo alleato tradizionale, la Lega, è retrocesso sotto le due cifre, Fratelli d’Italia chiederà più presenza in Giunta. È una occasione irripetibile per sostituire alcuni assessori non adeguati e rafforzare i settori più deboli: la Sanità, i Trasporti, energia e ambiente. Non ci faremo distrarre dall’euforia dei vincitori e dalla depressione degli sconfitti. Nessuno se lo può permettere. Fate subito. La pazienza è finita. Il tempo è scaduto.

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