L'agricoltura è la svolta obbligata
Necessario superare le criticità sorte dopo il conflitto russo-ucraino
L’Unione Europea non ha un piano per fronteggiare le criticità generate dalla guerra russo-ucraina e le speculazioni che stanno mettendo in ginocchio le aziende agricole europee. Secondo Coldiretti, l’impennata dei prezzi dei mezzi correnti di produzione costringerà il 13% delle imprese italiane a chiudere. Un altro 34% continuerà a produrre in perdita. Tra le voci di costo maggiormente interessate dalla crisi, i fertilizzanti costituiscono, insieme alle fonti energetiche, la più importante e difficile da affrontare.
Del resto, se la Russia controlla il 20% della produzione mondiale di azoto e Russia e Bielorussia il 40% di quella di potassio non ci si deve stupire se il blocco dell’offerta proveniente da questi paesi ha innescato spirali speculative. Nel giro di un anno, i principali concimi azotati hanno più che raddoppiato le loro quotazioni, mentre quelli a base di fosforo le hanno quasi triplicate.
Mentre la cronaca riferisce di una trattativa segreta a regia Onu che, in barba alle sanzioni Ue, punterebbe a riaprire l’export russo di azoto passando per l’Ucraina, l’Europa appare inerte. Il commissario all’agricoltura Wojciechowski è stato solo capace di annunciare un’imminente comunicazione sul tema dei fertilizzanti. Avete capito bene: una comunicazione, non un piano d’azione. L’annuncio ha suscitato non poche critiche in tutto il Parlamento europeo, cosciente della necessità di un intervento urgente e consistente sul problema, che – oltre a minare alla base i redditi degli agricoltori – contribuirà ad alimentare la spirale inflazionistica attraverso ulteriori rincari dei generi alimentari.
Da quanto trapela da Bruxelles, la comunicazione riguarderà iniziative a sostegno di un affrancamento dell’Europa dalle forniture estere di fertilizzanti attraverso la promozione della produzione interna, ma anche quello degli agricoltori europei dai fertilizzanti. Ciò significa che la valutazione dei Piani Strategici Nazionali, che dal 1° gennaio 2023 daranno forza operativa alla nuova PAC, terrà in alta considerazione l’attenzione riservata alle pratiche a basso consumo di input. Agricoltura di precisione, gestione razionale dell'uso dei fertilizzanti e, soprattutto, incentivazione all’uso di concimi organici saranno le verosimili direttrici che seguirà l’Europa.
La guerra russo-ucraina si rivela, paradossalmente, un’opportunità storica di rivoluzione nella conduzione delle aziende agrarie europee e, più in generale, della politica energetica continentale. Fatte salve le contingenti scelte necessarie per affrontare l’emergenza, siamo chiamati a rivedere in tempi brevi e per sempre la natura delle fonti di energia che impieghiamo, virando decisamente e irreversibilmente verso quelle rinnovabili, così come dovremo ripensare il modo di fare agricoltura.
Quello che abbiamo ereditato dalla Rivoluzione Verde del dopoguerra, al quale dobbiamo gratitudine per il decisivo contributo che ha assicurato nella lotta alla fame e nella promozione dei redditi agricoli e dell’accesso al cibo, non ha più prospettive di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Ciò non implica un passaggio tout court a sistemi di gestione estensivi, ma a una radicale razionalizzazione dell’uso delle risorse, comprese quelle chimiche.
La strada tracciata dal Green Deal di Ursula Von Der Leyen, per quanto di difficile percorrenza possa apparire, rimane la prospettiva maestra da mantenere nel lungo periodo. Determinante si rivelerà al riguardo la spinta che saprà imprimere l’Italia con il suo ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.
La speranza è che chi è stato chiamato a guidarlo interpreti la propria azione e la neo denominazione attribuita al dicastero con la consapevolezza che la difesa delle produzioni italiane non è solo una questione rivendicativa, ma anche e soprattutto un processo che passa attraverso la creazione di una classe di agricoltori nuova e aperta a forme tecniche e gestionali innovative, le uniche capaci di consentirle di presentarsi con successo nell’arena competitiva globale.