La Nuova Sardegna

Trasporti

«I sardi hanno il diritto di viaggiare, curarsi, istruirsi»: ecco l’appello

di Marcello Fois

	Marcello Fois
Marcello Fois

Lo scrittore chiama a raccolta gli intellettuali sardi per una mobilitazione contro una condizione che trasforma diritti essenziali in una chimera. Gli abitanti della Sardegna sono esasperati dalla difficoltà di muoversi dall’isola

13 dicembre 2022
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Quando giungerà il momento in cui l’immenso patrimonio intellettuale di quest’isola, benedetta dall’intelligenza, riuscirà a concretizzare una massa critica trasversale, democratica, tollerante, esplicita, che possa smarcarla dal sospetto di tacere, per vigliaccheria e impotenza, riguardo all’abisso di senso e contenuti in cui il popolo dei sardi sta sprofondando? Siamo intellettuali, produciamo argomenti, abbiamo letto abbastanza da sapere fino a che punto questi tempi siano grami. Fino a che punto l’essere sardi sia diventato un deficit per chi abita in Sardegna. Fino a che punto si sia assottigliato lo spessore dell’orgoglio presunto. Fino a che punto si accetti che diritti: essere curati, essere istruiti, viaggiare, acquisiti nel resto della nazione, siano per noi una chimera.

Avrei potuto rivolgere questo appello di civiltà a importanti managers culturali isolani come Cristiana Collu, Flavio Manzoni, Patrizia Asproni, Anna Maria Montaldo, Giorgio Spanu. A straordinari registi come Salvatore Mereu, Gianfranco Cabiddu, Giovanni Columbu, Mario Piredda, Peter Marcias, Enrico Pau, Paolo Zucca, Bonifacio Angius, Pietro Mereu. A musicisti acclamati come Gavino Murgia, Paolo Fresu, Enzo Favata, Paolo Angeli, Jacopo Incani, Franca Masu, Piero Pretti, Elena Ledda, Piero Marras, Filomena Campus, Alessandro Spedicati, Marco Carta, Valerio Scanu, Stefano Tore. A attori riconosciuti come Caterina Murino, Valentino Mannias, Jacopo Cullin, Geppi Cucciari, Giovanni Carroni, Lia Careddu, Daniele Monachella. A chefs rinomati come Luigi Pomata, Roberto Petza, Roberto Serra, Manuele Senis, Gianluca Vacca, Sergio Mei, Gianfranco Coizza. A studiosi fuori dal coro come Gigliola Sulis, Giancarlo Porcu, Simone Pisano. Ad artisti conclamati come Gavino Sanna, Antonio Marras, Cristian Chironi, Greta Frau, Daniela Zedda, Chiara Vigo, Anna Gardu.

Tuttavia, per non cadere nel facile ecumenismo, mi rivolgerò direttamente ai miei colleghi, e amici, scrittori: Milena Agus, Savina Dolores Massa, Michela Murgia, Bianca Pitzorno, Rossana Dedola, Ilenia Zedda, Graziella Monni, Paola Soriga, Cristina Caboni, Antonella Anedda Angioy, Vanessa Roggeri, Rossana Copez, Maria Giacobbe, Cristian Mannu, Piergiorgio Pulixi, Francesco Abate, Ciro Auriemma, Flavio Soriga, Gianni Tetti, Mauro Tetti, Alberto Masala, Salvatore Niffoi, Nicola Lecca, Gesuino Nemus, Matteo Porru, Marco Porru, Giovanni Follesa, Alberto Capitta, Alessandro De Roma, Gavino Ledda… Lo troviamo qualche minuto per concepire un’azione comune, in parole e opere, basta con le omissioni, che chiarisca fino a che punto la misura sia colma, fino a che punto sia diventato inaccettabile il principio che muoversi, curarsi, istruirsi non è un privilegio? Che aldilà delle nostre opportunità, spesso viaggiamo a spese altrui, editori, comuni, manifestazioni, festival, la maggior parte dei sardi deve viaggiare per curarsi, per vedere i propri cari, per tornare a casa, per sostenere un concorso e deve poterlo fare come un qualsiasi cittadino di questa Nazione.

Possiamo farlo, possiamo investire senza pericolo parte della nostra credibilità per questa causa. Avrei potuto appellarmi a Giulio Angioni, Sergio Atzeni, Giorgio Todde, Salvatore Mannuzzu, loro non si sarebbero tirati indietro. Occorreva un appello? Eccolo.

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