La Nuova Sardegna

Coppie gay e figli

Serve rispetto quando si parla di bambini

di Silvia Sanna
Serve rispetto quando si parla di bambini

La maternità surrogata distoglie l’attenzione dal tema principale: i diritti dei minori

21 marzo 2023
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Succede questo, in Italia, nel 2023. Dove su un argomento così delicato, la tutela e i diritti dei minori, si va fuori tema intenzionalmente, con l’obiettivo di distogliere l’attenzione.

Si parla di maternità surrogata– pratica illegale nel nostro Paese – per motivare lo stop alla trascrizione dell’atto di nascita dei figli di coppie omosessuali. Bambini che in questo modo saranno discriminati: non avranno gli stessi diritti e la loro famiglia, pur traboccante d’amore nei loro confronti, non sarà mai considerata uguale alle altre. Non in Italia.

Questo accade perché c’è un vuoto normativo che non si riesce o non si vuole colmare con una legge che equipari tutti i nati. Quando una coppia eterosessuale ha un bambino, viene registrato all’anagrafe come figlio di entrambi i genitori, padre e madre. Se la coppia è formata da due donne, la legge italiana riconosce come madre solo quella che lo ha partorito. Nel caso di due uomini la situazione cambia: se sono diventati padri all’estero con la maternità surrogata, il genitore è soltanto quello il cui cognome compare nel certificato di nascita. L’altro nel nostro Paese diventa un fantasma: non è libero di gestire il figlio in autonomia, non può assisterlo in ospedale in caso di malattia, non può neppure andare a prenderlo a scuola se l’altro non gli dà una delega. È un genitore come l’altro nella vita quotidiana ma deve chiedergli il “permesso”. E se il genitore “ufficiale” muore, l’altro non ha diritti nei confronti del bambino che ha cresciuto e mato come si ama un figlio. Stessa situazione se la coppia si separa.

Perché un bambino abbia dal momento della nascita due genitori dello stesso sesso, la registrazione deve avvenire in un paese estero che riconosca legalmente due padri o due madri. Il Governo in questi giorni è intervenuto in maniera decisa sul riconoscimento da parte dell’Italia di questi atti, impedendone la trascrizione. Di fatto, considerandoli illegali perché autorizzano il ricorso alla maternità surrogata, cioè alla Gpa, gestazione per altri. In realtà, il provvedimento che “punisce” le coppie omosessuali e in particolare i bambini, fa finta di non considerare un aspetto fondamentale: le coppie che ricorrono alla maternità surrogata sono nel 95% dei casi eterosessuali e la loro è una scelta obbligata, dettata cioé dal desiderio di avere un figlio impossibile da concepire naturalmente.

I numeri dimostrano che la presa di posizione da parte del Viminale, che sta animando il dibattito sui media con toni accesi, dichiarazioni scomposte e paragoni fuorvianti, è fuori tema. E ci si dimentica che ad ascoltare e guardare ci sono i bambini, che soffrono e fanno fatica a comprendere una massa di adulti urlanti e incapaci di decidere.

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