La Nuova Sardegna

Laicità della scuola e politica

Preghiera come sola igiene del mondo

di Luca Rojch
Preghiera come sola igiene del mondo

A far riflettere è il vuoto assoluto che circonda una politica fatta più di tweet che di valori

11 aprile 2023
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Non ci resta che pregare. L’ultima puntata della fiction sulla maestra perseguitata l’ha offerta il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. La sua laica lucidità lascia posto al pio sostegno della docente sospesa per 20 giorni. Il critico d’arte e la maestra dispiegano la loro parabola mediatica all’interno di una chiesa a Orosei. Magnificano l’operato della docente ultracattolica e si interrogano sulla arida laicità della scuola che ha considerato strabordante il corollario di Ave Maria e rosari, preghiere e parabole.

Inutile entrare in una vicenda che segue un iter stabilito dalla legge e dirigenti e provveditore valutano con estrema attenzione. A far riflettere è il vuoto assoluto che circonda una politica fatta più di tweet che di valori. Perché la passeggiata del sottosegretario accanto alla maestra è solo l’ultimo di una serie di atti che hanno trasformato uno spiacevole episodio educativo in una bomba mediatica. Maestra Marisa denuncia di essere vittima di una discriminazione. Sospesa per aver fatto recitare un’Ave Maria. Subito la macchina della politica si muove. Non si interroga sulla veridicità della notizia, sul grado di realtà che un simile paradosso può avere. Bisogna correre e parlare alla pancia del popolo. Verificare la notizia richiederebbe troppo tempo. Meglio urlare. Subito arriva la doppia solidarietà alla maestra dal ministro Matteo Salvini e dal governatore Christian Solinas. I due danno la priorità nella loro comunicazione alla “furia iconoclasta”, parole del pio presidente, che ha condannato l’insegnante a restare per 20 giorni senza stipendio. Ma Salvini e Solinas arrivano secondi in questa corsa all’ortodossia cristiana, preceduti per attivismo cattolico dai parlamentari della destra, da Cappellacci a Mura. A sorprendere in questa vicenda non è tanto il vedere come il concetto di una scuola laica non sia preso in nessuna considerazione da parte di una destra che di liberale non ha più nulla, ma che fa suo il motto “Dio, patria e famiglia”. Ma la totale superficialità con cui la macchina degli uffici stampa è partita appena un secondo dopo aver fiutato la possibilità di accalappiare i voti di pii elettori. Senza verificare la verità e la completezza della notizia. Senza pensare che forse la verità ha differenti venature. Un dirigente scolastico non sospenderà mai un’insegnante che fa recitare una preghiera in una classe elementare. E sarebbe bastato nell’era dei social osservare il profilo facebook dell’insegnante sospesa per chiudere la polemica. La docente si lancia in crociate contro la Rai rea di trasmettere a Sanremo l’esibizione di Rosa Chemical. E fa sua la campagna che chiedeva alla Rai di non mandare in onda un episodio del cartone animato Peppa Pig in cui si parlava di genitori Lgbt. Posizioni personali che possono anche non essere condivise, ma del tutto lecite. Differente il ruolo che un docente ha all’interno di una classe. E mentre nella scuola si parla di carriere alias per gli studenti transgender, la politica si affanna a mostrare la propria arretratezza culturale. Imbarazza anche il totale silenzio della sinistra dei diritti. Nessun esponente del centrosinistra ha avuto il coraggio di esporsi. Meglio manifestare sotto striscioni arcobaleno in innocue parate che entrare in un dibattito che è il cuore di uno scontro culturale tra due visioni del mondo. C’è un altro aspetto che si fa fatica a non notare. La Sardegna continua a macinare record negativi, l’ultimo è il primato di regione con il tasso di natalità più basso in Italia, l’altro è il tasso di competitività tra le regioni europee, l a Sardegna è 203esima su 233. Ma si potrebbe parlare dell’emergenza lavoro, della precarietà dei collegamenti aerei e marittimi, del blocco totale della macchina Regione per la mancata nomina da mesi dei dirigenti. Tutto questo non conta per la politica sarda che pone come sua priorità la solidarietà a un’insegnante che recita le preghiere in classe. L’elenco delle emergenze da affrontare potrebbe essere infinito, ma le elezioni regionali sono vicine, alle risposte si preferiscono le promesse. Ma in fondo la politica si è già portata avanti perché forse in questo momento solo l’aiuto di Dio potrebbe risollevare la Sardegna dal fondo del baratro in cui è precipitata. Ecco. Non ci resta che pregare.

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