La Nuova Sardegna

Il green business

Gli ecovandali imbrattano il pianeta

di Vanessa Roggeri
Gli ecovandali imbrattano il pianeta

Quanto sono “sincere”, disinteressate e soprattutto autonomamente “pensanti” le decine di migliaia di attivisti coinvolti? A scoperchiare il vaso di pandora si scopre un intrico internazionale di milioni di dollari

02 giugno 2023
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La notizia è che il broncio ribelle di Greta Thumberg non fa più notizia. L’emergenza pandemica e la guerra in Ucraina l’hanno interrotta sul più bello, ormai ventenne non è più l’adolescente prodigio capace di catalizzare l’attenzione mondiale sulla crisi climatica. Dobbiamo però riconoscere che è anche grazie a lei se ci siamo resi conto che i nostri mari stanno morendo soffocati dalla plastica, se è cominciata una nuova era di consapevolezza green.

Ma a quanto pare per farsi notare, e quindi farsi ascoltare, l’uso della parola e sfilare in corteo non bastano più. Se  oggi non imbratti di sugo un Van Gogh, se non ti incolli alla Primavera del Botticelli, non sei un vero attivista per il clima, uno disposto a farsi passare per eco-imbecille ed eco-vandalo pur di raggiungere lo scopo. Già, ma qual è il reale scopo di una catena di azioni così impopolari, illogiche e per nulla coerenti con il messaggio che si intende lanciare? No a carbone e gas, sì alle fonti di energia rinnovabili. La polvere di carbone sparsa nella fontana di Trevi è naturale, va bene, e le vernici lanciate sulla facciata di Palazzo Madama sono idrosolubili, ma gli ettolitri d’acqua necessari per lavare via il misfatto sono sottratti proprio al pianeta siccitoso che intendono salvare. Il senso della provocazione è fuori fuoco, la condanna invece è unanime, o quasi: l’arte e la storia non si toccano, i simboli istituzionali altrettanto.

La questione ambientalista è diventata una campagna europea e statunitense di disobbedienza civile non violenta, ma stiamo attenti, non commettiamo l’errore di soffermarci sui giovani che provano un evidente godimento esibizionista e narcisistico nel farsi trascinare via da piazze e musei: sarebbe come ignorare la montagna di ghiaccio nascosta sotto la punta dell’iceberg. Il nostro pianeta è malato, e il virus che lo sta uccidendo si chiama uomo, su questo non si discute, ma quanto è spontanea la protesta? Quanto sono “sinceri”, disinteressati e soprattutto autonomamente “pensanti” le decine di migliaia di attivisti coinvolti? A scoperchiare il vaso di pandora si scopre un intrico internazionale di milioni di dollari che da Beverly Hills, sede della ONG Climate Emergency Fund (nata nel 2019), si diramano attraverso Rete A22 ai vari enti no profit (come l’italiana Ultima Generazione) attivi nei vari Paesi. L’intrallazzo finanziario è serio se anche le autorità tedesche hanno avviato un’indagine per risalire a chi paga su due piedi le multe salate comminate per gli imbrattamenti. È la stessa fondazione californiana a spiegare come funziona: nel 2022 ha elargito 5 milioni di dollari a 44 enti nel mondo, 45 mila sono stati gli attivisti coinvolti e circa 24 mila gli articoli di stampa che le varie offensive non violente hanno prodotto. È tutto molto scientifico. Sebbene le proteste siano scandalosamente ridicole e antipatiche, l’obiettivo è ottenere almeno il 3,5% di consensi nei sondaggi per iniziare ad avere un peso e quindi poter fare pressione sulle scelte politiche delle singole nazioni. Il clamore derivato da una ragazza che si incolla a un quadro di incalcolabile valore ha il suo perché ben calcolato; a questo punto, se l’incollatrice di turno è mera esecutrice di un compito o crede davvero in un ideale è ininfluente poiché quell’ideale tanto sbandierato è già diventato ideologia teleguidata dai filantropi miliardari, espressione di un eco-catastrofismo dilagante. Allora, come si fa a non temere che la poderosa e sregolata virata (come l’assalto dell’eolico in Sardegna) verso le fonti di energia rinnovabili, macchine elettriche comprese, non sia altro che il business del domani, una speculazione travestita da salvataggio della Terra?

Resta soltanto un punto fermo: quando sono coinvolti così tanti milioni è difficile che sopravviva qualcosa di sacro. Non è possibile. La natura umana non si smentisce, nemmeno se in ballo c’è il destino del mondo.

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