La Nuova Sardegna

Mobilità

Senza una visione, la Sardegna rischia l’isolamento

di Luca Rojch
Aerei della compagnia Ryanair
Aerei della compagnia Ryanair

Il paradosso dello scontro tra governo e Ryanair potrebbe anche far sorridere se non rischiasse di avere l’isola come vittima

09 agosto 2023
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La destra nazionale, che cerca di immaginarsi liberale, è accusata di essere bolscevica dalla multinazionale che del liberismo ha fatto il suo core business. Il paradosso dello scontro tra governo e Ryanair potrebbe anche far sorridere se non rischiasse di avere come vittima la Sardegna. L’ esecutivo guidato dalla premier Meloni ha imposto un prezzo massimo ai voli low cost per le isole con un decreto. Soluzione chiesta a gran voce anche dalla Regione per fermare il caro tariffe aeree. Soluzione, nessuno si offenda, che avrebbe potuto funzionare ai tempi delle Repubbliche marinare, ma che sembra anacronistica in un’economia dai mercati interconnessi. Ryanair ha gioco facile nel ridicolizzare il provvedimento del governo e nel ricordare l’inesorabile verità: «L’Europa cancellerà il decreto italiano».

E la regina delle low cost ha forse ragione. Perché L’Ue, da quando è nata, ha messo davanti il libero mercato delle imprese ai diritti dei singoli cittadini, come quello alla mobilità. C’è una radice comune tra la debolezza di questo provvedimento del governo, tanto populista quanto inapplicabile, e la difficoltà di tutte le giunte regionali a creare un sistema di continuità territoriale decente per i sardi. All’Europa non interessa il diritto alla mobilità di 1,6 milioni di suoi cittadini, o meglio il loro diritto viene compresso a vantaggio del principio che tra le imprese europee non ci possono essere differenze di accesso al mercato. Prezzi e successi delle imprese devono essere determinati solo dalle capacità delle aziende di realizzarsi nel grande bacino dell’Europa. Ecco perché quando il governatore di turno, Cappellacci, Pigliaru, Solinas, arriva a Bruxelles con il suo bando di continuità che prevede prezzi calmierati, frequenze e orari di volo imposti e servizi aggiuntivi obbligati gli euroburocrati affondano i provvedimenti. Il governo oggi paga il suo restare sordo alla richiesta di aiuto arrivata dall’isola nella sua battaglia per garantire ai sardi lo stesso diritto alla mobilità degli altri europei. La Regione, non solo questa, ma anche le precedenti di destra e di sinistra, paga anche la sua totale assenza di visione. Per decenni le diverse giunte hanno alimentato con soldi pubblici l’arrivo delle low cost. Ryanair e le sue sorelle non offrono collegamenti nelle aree in cui arrivano, ma vendono turisti alla Regione. L’aeroporto sottoscrive un accordo con la low cost e dà dei soldi per aprire una rotta. Una parte del biglietto che porta il turista nell’isola lo pagano i sardi. Anche se forse non ne sono neanche coscienti. Un modello di business che ingrassa solo le compagnie aeree, ma che non crea una base solida, un mercato reale, una destinazione. La Sardegna non è un prodotto da vendere al mondo, ma è un acquirente. Compra turisti orientati dalla compagnia, e se si respinge questo modello la low cost va a vendere i suoi turisti in altre regioni.

La Regione avrebbe dovuto difendere la sua compagnia di bandiera: Meridiana, o Airitaly, ma l’ha lasciata fallire. Via 1600 posti di lavoro, il know how, la certezza di avere un vettore che garantiva i collegamenti in una sorta di patto etico col territorio. Eliminata l’unica arma di difesa al liberismo selvaggio dei cieli, la sola risposta che ha vagheggiato la giunta è stata creare una Flotta sarda dei cieli. Perché il fallimento di quella marina non le ha insegnato nulla. Oggi la Sardegna si trova sotto ricatto. Perché se Ryanair va via gli aeroporti di Alghero e Cagliari rischiano di perdere grande parte dei loro collegamenti, e i territori dei loro turisti. Il sistema delle low cost, alimentato da un flusso ininterrotto di denaro pubblico, ha creato una dipendenza del sistema economico sardo dal turismo sovvenzionato. La crisi di astinenza potrebbe rivelarsi letale per un paziente fragile e malato. La Regione in questi mesi si è concentrata soprattutto per mantenere gli aeroporti divisi, piccoli e più ricattabili dai vettori low cost, una visione lucida e strategica che ora rischia di isolare ancora di più la Sardegna.

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