La Nuova Sardegna

Oristano

Iniziano i primi traslochi nel carcere di Massama

di Elia Sanna
Iniziano i primi traslochi nel carcere di Massama

Ma la strada verso la dismissione della vecchia struttura oristanese è ancora lunga: in quella nuova mancano gli allacciamenti per l’acqua e le fognature

05 giugno 2012
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ORISTANO. Sono iniziati i primi traslochi nel nuovo carcere di Massama. Dallo scorso venerdì la direzione della Casa circondariale ha fatto scattare i lavori che consentiranno di rendere funzionali la parte delle celle, i locali per il personale e gli uffici dell’amministrazione.

L’obiettivo è di portare la struttura a una condizione di efficienza al momento in cui il ministero delle infrastrutture consegnerà il nuovo carcere al Ministero della giustizia. Ci vorranno una quindicina di giorni per ultimare questo primo trasferimento. I tempi saranno certamente più lunghi per ultimare tutta l’operazione, se si considera che dovranno essere sgomberati tutti i locali dell’attuale Casa circondariale, in attività da oltre 80 anni.

Questo primo intervento è dunque una goccia d’acqua nel mare ma che almeno ha smosso qualche cosa. Dalla Casa circondariale non ci sono dichiarazioni ufficiali ma solo la conferma che gli addetti di una impresa, insieme ai responsabili del diversi settori hanno avviato i traslochi per rendere fruibile una parte della struttura. Infatti si stanno allestendo le celle, i relativi arredi e gli uffici che dovranno accogliere una parte del personale e degli uffici della direzione del carcere.

In due settimane saranno ultimati questi primi lavori. Per il resto, tutto sembra fermo alle dichiarazioni del ministro Paola Severino. Nel recente viaggio in Sardegna il Guardasigilli aveva annunciato l’apertura dei tre carceri già ultimate: Sassari, Uta e Massama. Mancava solo il passaggio burocratico e le carceri sarebbero state aperte subito per ospitare i primi detenuti. Una prima risposta da parte del Governo Monti alla emergenza del pianeta carceri.

Ad un mese dalla visita del Ministro si è mosso ben poco. Basta vedere che non sono stati predisposti neppure i lavori degli allacci idrici e fognari. Non solo, il Ministero non avrebbe, almeno per Massama, predisposto neppure il relativo bando di gara. Iter burocratico, ad esempio che è stato approvato nel mese di febbraio per le carceri di Bancali e di Uta.

Di questo passo, prima di poter rendere agibile la struttura di Oristano occorreranno almeno altri 4 mesi. La direzione della casa circondariale il primo passo lo ha già fatto, ora il resto tocca al Ministero.

Rimane, infine, da risolvere il problema legato al personale militare. Il nuovo carcere di Massama, per poter essere operativo al cento per cento, avrebbe bisogno almeno di 140 agenti della polizia penitenziaria. Attualmente nella struttura di piazza Manno, gli agenti disponibili sono una novantina. Un aumento dell’organico è stato più volte sollecitato dalle organizzazioni sindacali.

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