La Nuova Sardegna

TRESNURAGHES. Il processo si fa. La perizia psichiatrica dice che Marco Lugas, l’ex allenatore di squadre giovanili accusato di abusi sessuali la maggior parte dei quali sarebbe stata commessa nei confronti dei propri allievi, è capace di intendere e volere. L’imputato era stato esaminato nelle scorse settimane dal dottor Pasquale Tribisonna, il quale ha però chiarito che il processo può andare avanti e si dovrà arrivare ad una sentenza. A questo punto il pronunciamento del giudice è atteso per martedì prossimo, quando verrà celebrato il rito abbreviato che era stato richiesto dall’avvocato Anna Maria Uras e Agostinangelo Marras, che avevano assunto la difesa nelle settimane successive alla richiesta di rito immediato formulata dal pubblico ministero Andrea Padalino Morichini.

Le accuse sono pesantissime e riguardano gli ambigui rapporti che l’allenatore, molto conosciuto in Planargia e nel Montiferru anche per la sua attività nel sociale, aveva instaurato con alcuni dei suoi allievi o con alcune adolescenti. A smascherarlo era stata proprio la madre di una delle quattro vittime che aveva sorpreso la figlia a chattare con Marco Lugas su argomenti non esattamente consoni alla conversazione che si potrebber intrattenere con una ragazzina che ancora frequentava le scuole medie. Successivamente all’arresto, avvenuto nell’estate del 2011, erano saltati fuori altri episodi, tutti confermati dalla vittime durante le audizioni protette. Due delle vittime, presunte in attesa di una sentenza che eventualmente dica il contrario, hanno deciso da tempo di costituirsi parte civile, affidandosi agli avvocati Raffaele Cocco e Vittorio Delogu. Martedì prossimo, se il rito abbreviato avrà il suo termine in un’unica udienza, si conoscerà la verità.

Enrico Carta