La Nuova Sardegna

Oristano

Quell’antica villa dimenticata da tutti

di Michela Cuccu
Quell’antica villa dimenticata da tutti

L’abitazione di Vandalino Casu ospitò un orfanotrofio. Oggi è in stato di abbandono, come tante strutture nell’isola

30 novembre 2012
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ORISTANO. Nell’Ottocento è stata una delle più belle dimore della Sardegna. Parliamo di villa Eleonora, tre piani di eleganza, splendore e (oggi) abbandono. Un monumento dimenticato, probabilmente del tutto sconosciuto alle nuove generazioni a meno che non gli sia capitato di viaggiare in treno.

Già, perchè è proprio dalla ferrovia che si può vedere bene, poco prima che il treno arrivi alla stazione, la costruzione oggi quasi diroccata che sorge sulla collinetta che sovrasta la casa di riposo “Eleonora D’Arborea”. Era infatti l’abitazione di Vandalino Casu, uno degli uomini più ricchi di Oristano, ma anche estremamente generoso. Da vero filantropo, non dimenticò i poveri e gli anziani nel suo testamento, che, aperto poco dopo la sua morte (nel 1894) disponeva che i terreni di sua proprietà passassero al Comune, per realizzarvi un ospizio per anziani. La casa di riposo Eleonora D’Arborea, appunto, che sorge lungo la strada che porta a Silì. Ed è appunto nelle vicinanze della casa per gli anziani che si trova Villa Eleonora. Monumento in totale stato di abbandono.

A strapparlo dall’oblio, i collaboratori di “Guida alla Sardegna abbandonata”, che su internet (l’indirizzo è www.sardegnaabbandonata.it) propone un autentico itinerario «attraverso i luoghi abbandonati della Sardegna». Ed ecco ciò che resta di questa splendida costruzione su tre piani che, a partire dal 1939 ospitò l’orfanatrofio, chiuso qualche decennio più tardi. Quasi a dimostrare che il destino della villa fosse proprio quello di offrire riparo ai più sfortunati, per anni, lo stabile, ormai abbandonato, divenne ricovero di senzatetto.

Ora sembra che nessuno trovi più riparo fra quelle mura, a parte i piccioni che hanno invaso l’ultimo piano. Eppure,malgrado l’abbandono, restano ancora vecchi mobili accatastati, vetrate colorate, pavimenti a mosaico, una cappella e persino una elegantissima ringhiera di legno, quasi intatta, a testimoniare un passato ben diverso, di lusso e sfarzo, si potrebbe intuire. Si dice che il viale alberato che conduce alla villa, fosse un tempo costeggiato da un doppio filare di statue di terracotta, realizzate dallo stesso Vandalino Casu.

Di quegli ornamenti, oggi resta un’unica statua, la più importante secondo gli esperti, raffigurante Eleonora D’Arborea, realizzata nel 1881 e che oggi si trova all’interno del giardino del corpo vecchio della casa di riposo.

Ad osservare tanta bellezza dimenticata, verrebbe da chiedersi per quale ragione nessuno, soprattutto le istituzioni e in particolare il Comune, si sia mai curato di intervenire almeno per preservare dai danni dell’abbandono e del tempo, un monumento così prezioso, che forse, poteva avere un altro destino, comunque diverso da quello attuale, di deposito di vecchi mobili e immondizia e di tana per animali selvatici. Ma il tempo per rimediare e per salvare questa e altre importanti strutture c’è ancora.

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