La Nuova Sardegna

Oristano

“Sardi in Argentina”, storie di emigrazione

di Piero Marongiu
“Sardi in Argentina”, storie di emigrazione

Il libro di Margaret Caddeo dedicato all’odissea di Tatano Trogu, partito da Seneghe nel 1908

04 dicembre 2012
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Definirlo un “Saggio”, non rende giustizia al libro di Margaret Caddeo, intitolato “Sardi d’Argentina”, presentato l’altra sera da Stefano Pira insieme ad Anna Maria Capraro e Norma Trogu, presso l’Unla. Chi legge il libro di Margaret, insieme ai numeri necessari a spiegare vicende personali delle persone che ha incontrato, troverà anche molte risposte sulla Sardegna di fine ottocento, primi del novecento, quando il destino di migliaia di sardi si compiva sulle rotte migratorie. “Sardi d’Argentina”, con estrema delicatezza e sensibilità, racconta storie di sofferenza e di nostalgia. Sofferenza data dalla “costrizione” di dover abbandonare la terra natia per cercare altrove un riscatto dalla povertà e nostalgia struggente verso di essa e verso gli affetti lontani.

Tra le tante storie raccontate da Margaret nel suo splendido libro, una riguarda un seneghese: Sebastiano Trogu. Tatano, come lo chiamavano tutti. Era il primo di cinque figli di una famiglia povera, come tante altre del paese. Nel 1908, è partito “per fare l’America”, come si diceva allora, e per sostenere la famiglia. Aveva 24 anni e nella valigia un sogno: quello di una vita migliore che gli consentisse di realizzarsi. Erano gli anni in cui migliaia di italiani partivano verso il nord Europa o verso i paesi del bacino del Mediterraneo.

La maggior parte di quelli che emigravano, tra questi gran parte dei sardi, sceglieva l’Argentina. Tatano Trogu, con i risparmi messi da parte in mesi di duro lavoro, comprò il biglietto per la nave che partiva da Genova alla volta di Buenos Aires. Un mese e mezzo di viaggio effettuato dentro la stiva insieme a tanti altri. «Quando parlava di quell’esperienza – racconta la nipote Norma – diceva di essere stato così male da pensare che non sarebbe mai arrivato vivo in Argentina».

Invece, grazie alle cure ricevute da altri emigranti, Tatano sopravisse e arrivò a Buenos Aires. Ma la paura del mare non lo abbandonò per il resto della sua vita, tanto che, per non attraversarlo di nuovo, non tornò mai più al suo paese. Inizialmente fece il ferroviere, poi altri mestieri fino a tornare a fare il pastore.

Conobbe Fiorentina Mugnani, toscana, e la sposò. Con lei costruì la famiglia e il suo futuro, morì nel 1978 ma non dimenticò mai il suo paese. Adesso la storia si è ripetuta al contrario e ha come protagonista Norma, la nipote. «Qualche anno fa sono venuta in Sardegna per cercare le mie radici – dice –. Pensavo di fermarmi solo pochi giorni, invece sono ancora qui e penso di rimanerci».

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative