La Nuova Sardegna

Oristano

Il convegno Le donne e la stella

La rivelazione: «Un’amazzone componidori già nel 1943»

ORISTANO. E se fossero quattro? Con tutta probabilità il punto interrogativo va tolto, perché dopo anni di voci, ora arrivano le prime conferme dirette che potrebbero riscrivere la storia della...

10 marzo 2013
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ORISTANO. E se fossero quattro? Con tutta probabilità il punto interrogativo va tolto, perché dopo anni di voci, ora arrivano le prime conferme dirette che potrebbero riscrivere la storia della Sartiglia. Al convegno Le donne e la stella, dedicato alle amazzoni che hanno avuto un ruolo di primo piano nella Sartiglia, è arrivata la conferma che forse la storia delle donne nella storia della giostra carnevalesca oristanese va riscritta.

Una foto e una testimonianza diretta, farebbero tornare indietro di una trentina di anni l’orologio del tempo. L’istante fissato dall’obiettivo di un fotografo nel 1943 – altri sostengono nel 1940 – sarebbe quello del primo componidori donna. Non quindi Annadina Cozzoli, nel 1972, bensì Maria Demurtas avrebbe inaugurato la serie delle amazzoni scelte per guidare il corteo dei cavalieri pronti a sfidarsi in abilità sognando di infilzare la stella, ambito trofeo.

Non è una voce del tutto nuova, però al convegno di ieri pomeriggio, l’organizzatrice Lucia Manca ha portato all’attenzione di tutti due elementi che potrebbero dare la conferma definitiva. Il primo è proprio quella foto, probabilmente del 1943. È lì che compare l’immagine del componidori e si sostiene proprio che quella fosse Maria Demurtas. Tesi avvalorata anche dalle parole di una nipote che ieri ha citato una testimonianza diretta. Avrebbe infatti ricevuto dalla zia la confessione che fu proprio lei a vestire i panni del componidori durante una delle Sartiglie degli anni della seconda guerra mondiale. Difficile sapere di più sulla vicenda, perché a differenza dei giorni nostri la Sartiglia non aveva un registro ufficiale dei capicorsa né tanto meno esisteva l’organizzazione meticolosa che oggi ha trasformato la festa in un evento pubblicizzato e con un copione rigido.

Un tempo, viceversa, nemmeno i nomi dei cavalieri erano noti e loro stessi, dietro la maschera e col costume sardo, giocavano quasi a confondersi per non far capire la loro identità. Lo stesso avveniva per il componidori, la cui identità non era conosciuta da tutti. L’attesa, per quanto sentita, era certamente inferiore ad oggi, quando organi di stampa e piazze giocano ad indovinare chi sarà il prescelto per il ruolo più importante della festa simbolo della città. Ebbene, dopo le voci anche alcuni elementi certi sembrano dire che il 1943 fu il primo anno in cui la Sartiglia si colorò di rosa. (e.c.)

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