La Nuova Sardegna

Oristano

Dalla spiaggia arriva la richiesta unanime: controlli e sicurezza

di Alessandro Farina
Dalla spiaggia arriva la richiesta unanime: controlli e sicurezza

Bosa, dopo il blitz della guardia costiera cresce il dibattito Nel mirino yacht irrispettosi e uso incontrollato dell’arenile

14 agosto 2013
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BOSA. No all’ancoraggio delle imbarcazioni nella rada dell’isola Rossa, se non nelle strutture portuali autorizzate e dotate di servizi, per evitare il possibile inquinamento degli scarichi di sentina nello specchio d’acqua di fronte alla spiaggia. Ancora: controlli costanti per scoraggiare cafoni e incivili, ma tesi alla prevenzione più che alla repressione.

Queste alcune delle richieste rivolte alle istituzioni dalla spiaggia di Bosa Marina. Meta estiva per migliaia di bagnanti, soprattutto famiglie che scelgono la mezzaluna tra il muraglione dell’isola Rossa e l’arenaria di Pedras Nieddas ritenendola un’oasi paesaggisticamente bella e soprattutto sicura.

«La spiaggia tutto sommato è pulita e dotata di vari servizi» premette la signora Patrizia, che a Bosa Marina ci viene da un decennio. Ma che qualche sassolino dalle scarpe, isole ecologiche per la raccolta differenziata a parte, se lo toglie. «Qualche giorno fa alcune chiazze di un liquido maleodorante hanno raggiunto la riva», denuncia. Il sospetto è che dalle barche in rada la corrente abbia trasportato acque di sentina o reflue fino alla battigia. «Una mattina abbiamo contato ben trentuno imbarcazioni all’ancora, mentre l’ormeggio sotto l’isola Rossa, dotato di servizi, ha ancora posti disponibili» si sottolinea dall’arenile.

Problema complesso, sul fronte repressione, quello degli scarichi dalle barche. Che avrebbe già però una possibile risposta istituzionale, almeno per la baia dell’isola Rossa «visto che l’articolo 4 comma 7 dell’ordinanza balneare 2013 recita espressamente che nella rada è consentita la sosta delle unità navali, ma per motivo di rifugio» suggerisce con forza la signora Patrizia. Domenica scorsa la guardia costiera, nell’ambito dei controlli per il ferragosto, ha fatto smontare, e in un caso sequestrato, diverse reti da beach volley collocate nell’arenile. Fatto che ha alimentato più di un dibattito, all’ombra dei parasole ma anche sui social network.

«Ma che fastidio può dare il beach volley, o gli anziani che giocano a bocce o i bambini a tamburello, nella fascia (e in questa spiaggia è ampia) non utilizzata dai bagnanti? Mentre, specie nei fine settimana, gruppi di ragazzi si cimentano senza controllo in tornei di calcio, con pallonate che sibilano sulle teste di anziani e bambini» chiede un turista. «È possibile che ci sia chi può dare a noleggio sdraio e ombrelloni ma non garantisca i servizi di uno stabilimento balneare?» è invece il dubbio sollevato da un anziano.

«Io sono qui dal cinque giugno e non ho visto controlli, possibile che si facciano solo a ridosso di Ferragosto?», è la domanda che pone la signora Peppina.

«È giusto intervenire per reprimere comportamenti scorretti, nei giusti modi, ma chi si comporta senza mostrare rispetto per gli altri dà fastidio sempre» è la riflessione comune ai bagnanti. Con la richiesta a Comune e guardia costiera di una vigilanza costante, possibilmente tesa alla prevenzione più che alla repressione.

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