La Nuova Sardegna

Oristano

«Non funziona, l’Area marina Sinis deve essere chiusa»

di Elia Sanna
«Non funziona, l’Area marina Sinis deve essere chiusa»

La provocazione del segretario regionale dell’Adiconsum «Comune immobile. Mare e spiagge in balìa dei vandali»

22 agosto 2013
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Se non si riesce a garantirne la sua tutela, l’Area marina del Sinis isola di Mal di Ventre va chiusa. È la provocazione lanciata dal presidente regionale di Adiconsum Giorgio Vargiu. Il sindacalista ha contestato duramente il Comune di Cabras e la direzione dell’Area marina protetta. L’immobilismo dei due enti soprattutto in questa stagione estiva avrebbe causato danni incalcolabili all’ambiente che andrebbe tutelato sempre, come previsto dalle leggi che regolano tutte le riserve marine.

Per Giorgio Vargiu quello che è accaduto anche nel recente Ferragosto è frutto dell’immobilismo dell’amministrazione comunale guidata da Cristiano Carrus. «Il Comune ha solo aumentato il numero dei vigili urbani per multare gli automobilisti e fare così cassa con i parcheggi a pagamento, oltretutto illegali –. Per il resto – denuncia Vargiu –, si sono lasciati chilometri di coste del Sinis in balìa di maleducati, sfruttatori e vandali. Non era mai accaduto. Abbiamo visto di tutto, dagli accampamenti abusivi, alla pesca indiscriminata, al continuo furto di sabbia. Non c’era un bagnino, non si sono viste forze dell’ordine per far sgombrare i tanti campeggi abusivi. Per noi c’è stata una vera e propria omissione sui controlli e sui quali dovrebbe intervenire la magistratura. La scusa della mancanza di soldi non regge. Piuttosto che spenderli in feste e festicciole li si utilizzi per questi importanti servizi e ai bagnini si diano poteri sanzionatori».

Il dossier raccolto dall’Adiconsum è documentato da fotografie, filmati e decine di segnalazioni di soci e turisti, che dimostrano le incursioni deleterie di bagnanti sull’arenile e in mare. C’è chi in barba ai divieti raccoglie patelle tra le rocce, chi gioca a racchette, chi arriva sulla battigia con la barca e chi si dedica alla pesca subacquea. Il video girato all’inizio dell’estate nelle acque cristalline di Is Aruttas mostrano una grande varietà di specie ittiche che scompaiono ad agosto a causa della presenza dei pescatori, anche professionali. Il filmato documenta, inoltre, la presenza in spiaggia di un bagnante che disinvoltamente si prepara ad una immersione con un fucile carico tra i bagnanti e la sua stessa famiglia. «Gli episodi sono tanti e dimostrano tutti l’omissione dei controlli della riserva marina da parte del Comune – ha osservato Giorgio Vargiu –, ecco perché ho lanciato la provocazione. Il nostro dossier vuole rilanciare il dibattito su questi problemi e il futuro delle riserva marina. In questo modo il ministero sta buttando a mare soldi pubblici. Quando in passato facemmo le battaglie per alleggerire i vincoli della riserva appena istituita – ha aggiunto Giorgio Vargiu – c’erano validi motivi per far convivere il turista e il pescatore. Oggi tutto questo è pura utopia».

Da qui la proposta dell’Adicomus per potenziare i controlli: «Credo che per il prossimo anno si possa istituire un servizio di bagnini che possano effettuare i controlli e multare maleducati e trasgressori – ha suggerito Giorgio Vargiu – e perché no una compagnia barracellare marina».

Il sindaco di Cabras ha deciso di rispondere oggi alle accuse dell’Adiconsum: «Fatemi prima documentare – ha spiegato Cristiano Carrus – e vedere gli articoli con i quali è stata accusata questa amministrazione prima di rispondere».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative