La Nuova Sardegna

Oristano

Terreni di Torregrande, il Comune ci prova ancora

di Elia Sanna
Terreni di Torregrande, il Comune ci prova ancora

Terza asta pubblica per vendere i lotti edificabili della borgata marina L’obiettivo massimo è un incasso attorno ai due milioni di euro

16 novembre 2013
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ORISTANO. Dopo due tentativi andati quasi a vuoto il Comune ci riprova con una terza asta pubblica a cedere i propri terreni edificabili a Torregrande. Un’alienazione che dovrebbe permettere di incamerare quasi due milioni. Le aree oggetto della nuova asta si trovano in via Bottego, via dei Pescatori, via Magellano e via Flavio Gioia. Sono in totale quindici i lotti classificati in zona B3 del Piano urbanistico e hanno superfici che variano da 162 a 563 metri. Per l’assessore al Bilancio, Giuseppina Uda, la speranza è quella di rendere produttivo una parte del patrimonio inutilizzato. «La nuova e ultima asta si svolge attribuendo ai beni un valore a base d'asta con una riduzione del 15 per cento rispetto alla precedente asta, quella del 24 settembre, secondo quanto previsto dal regolamento sulla gestione del patrimonio comunale – ha spiegato Giuseppina Uda –. Con quelle risorse puntiamo a realizzare alcuni interventi pubblici che costituiscono importanti punti del programma di questa maggioranza. Del resto le stringenti norme che regolano il Patto di stabilità, la scelta di evitare nuove operazioni di indebitamento e la volontà di non inasprire la pressione dei tributi sui cittadini impone nuove modalità di approvvigionamento di risorse per consentire al Comune di fare investimenti e rendere produttivo il patrimonio».

Le domande dovranno pervenire entro le 14 del 29 novembre. L’apertura delle buste è invece previsto per il 3 dicembre. La prima asta avvenuta diversi mesi fa era stata un flop. Nessuno aveva presentato uno straccio di offerta. La causa principale è stata attribuita alla grave crisi economica, ma anche al costo dei lotti. Appetibili certamente a quelle cifre ma sino a qualche anno fa, quando si investiva ancora nel mattone.

Al secondo bando, quello del 24 settembre, erano pervenute al palazzo degli Sclpi solo due offerte per poco più di 215mila euro. Una cifra certamente ben al di sotto delle aspettative che aveva permesso di incassare poco meno del 10 per cento di quanto previsto. Ora, banche permettendo, chi ha le risorse economiche ha la possibilità di rilevare i terreni con uno sconticino che potrebbe permettere di concludere un buon affare. Non è una novità, infatti, che con la crisi edilizia non si venda più e soprattutto non si costruiscano abitazioni lungo le coste che rischiano di rimanere vuote come le oltre 200mila attualmente censite in tuta la Sardegna.

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