La Nuova Sardegna

Oristano

La diga si riempie ma non fa paura

di Elia Sanna
La diga si riempie ma non fa paura

Il livello dell’invaso dell’Omodeo è sotto il livello di guardia Non è preoccupante l’ingrossamento del fiume Tirso

21 novembre 2013
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ORISTANO. La situazione del sistema Tirso è sotto controllo e viene monitorizzata 24 ore su 24. In questo momento nell’invaso dell’Omodeo, il bacino artificiale più grande d’Europa, ci sono 280 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 365 autorizzati dal sistema nazionale dighe. Anche il fiume Tirso è sotto stretto controllo, rispetto a due giorni fa il livello del Tirso all’altezza di Oristano è ritornato alla normalità.

Martedì sera aveva raggiunto la golena, ma non aveva tracimato nonostante le abbondanti precipitazioni. Qualche problema l’ha creato invece lo sbarramento di Pranu Antoni che ha causato l’allagamento della zona tra Simaxis e Solarussa. La speranza è che la perturbazione si allontani in fretta dall’isola. A Cagliari negli uffici dell’Enas, l’Ente acqua della Sardegna, si stanno tenendo sotto controllo tutte le dighe, che sino a qualche anno fa erano gestite dai consorzi di bonifica. Quanto è successo in questi due giorni ha lasciato sconcertati anche i vertici dell’ente. Il commissario Davide Galantuomo è amareggiato e preoccupato per quanto accaduto. «È stato un disastro senza precedenti che ha messo in ginocchio la Sardegna – ha osservato –. La situazione per fortuna sta migliorando ora dopo ora. Per quanto ci compete, va ricordato che a noi spetta la sola gestione delle dighe e delle opere collegate e posso dire che la situazione complessiva è sotto controllo. Tutti gli invasi sono monitorati giorno e notte e non superano al momentp il 65 per cento della loro capacità totale. Anche il sistema del Tirso, certamente quello più complesso, è attualmente sotto controllo. Quando ci troviamo però davanti a un fatto eccezionale è impossibile prevederne gli effetti – ha aggiunto Davide Galantuomo –. Per fortuna abbiamo un alto numero di dighe in tutto il territorio isolano, altrimenti avremmo avuto ancora danni più ingenti. In Gallura, dove si sono avute tante vittime e i danni maggiori, non ci sono infatti dighe. Uno degli scopi degli invasi – ha spiegato il commissario straordinario dell’Enas – è quello di agire da contenitori. Se poi le precipitazioni sono straordinarie come abbiamo potuto purtroppo verificare gli effetti sono devastanti. I canali e gli adduttori hanno una loro importanza e una specifica capacità, ma se si supera il livello poi si hanno le dirette conseguenze com’è accaduto per il Rio Mogoro. Le conseguenze sono state le stesse ma le cause differenti per esempio per quanto riguarda la diga di Torpè – ha spiegato il commissario –. Quell’invaso dove sono in corso dei lavori, era quasi vuoto ma in poche ore si è riempito ed ha innescato quelle bombe d’acqua che hanno seminato il terrore nel Nuorese. Per quanto ci riguarda – ha concluso Davide Galantuomo –, la situazione complessiva è sotto stretto controllo e i nostri tecnici lavorano 24 ore su 24 per monitorare tuti gli invasi dell’isola».

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