La Nuova Sardegna

Oristano

La Cisl: «Cassintegrati impiegati nell’emergenza»

La Cisl: «Cassintegrati impiegati nell’emergenza»

Federica Tilocca: la Regione coniughi il dramma attuale con quello del lavoro Toccante lettera dei ragazzi del Liceo De Castro di Oristano alle famiglie colpite

22 novembre 2013
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ORISTANO. Il dramma che si è abbattuto sulla Sardegna, ha suscitato una vastissima solidarietà che attraversa l’isola. Ma a questo comune sentire «va affiancato immediatamente un progetto politico che porti in tempi brevi alla bonifica e alla ricostruzione di quanto distrutto. Una soluzione legislativa che riesca a coniugare l’emergenza che stiamo vivendo, vale a dire quella del disastro naturale, a quella delll’emergenza lavoro». Ecco dunque, la proposta del segretario generale della Cisl di Oristano, Federica Tilocca: la Regione attivi immediatamente «un piano di utilizzo dei lavoratori in ammortizzatore sociale della Provincia per rendere in sicurezza e agibile il territorio». «Gianni Letta nei mesi scorsi ha emanato il decreto del “fare”, alla Regione chiediamo un decreto del fare subito», conclude Tilocca.

Intanto, alle famiglie colpite dall’alluvione, arriva una toccante lettera degli studenti del Liceo classico De Castro. Vi si racconta il giorno del 18 novembre, visto dagli occhi dei pendolari che sui pullman facevano rientro a Uras, Morgongiori, nella Marmilla dove già al primo pomeriggio si intuiva la tragedia che andava sviluppandosi. Le difficoltà del mezzo per strada, il crescendo di pioggia e vento, i campi allagati, le paure dei ragazzi concretizzati nei telefonini «che non prendono». E poi, sul ciglio della strada diventata un lago, «un cane randagio fradicio cerca di proteggersi dietro alcune macchine ferme. Non riesce a proteggersi dal vento, ha le orecchie abbassate e non ha speranza negli occhi, conosce il finale triste di questa storia». Il pensiero per i parenti più colpiti, per gli amici, la solidarietà che corre a scuola, da un’aula all’altra: «adesso non si può stare a casa, vicino al fuoco, ad aspettare che smetta. La scuola, seconda casa, raccoglie viveri, indumenti». E infine, la speranza di «scrivere insieme il finale triste che si leggeva negli occhi di quel cane randagio. Un finale che è anche un punto di partenza, per ricominciare da zero, ma non da soli».

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