La Nuova Sardegna

Oristano

Badante infedele patteggia 2 anni

di Enrico Carta
Badante infedele patteggia 2 anni

Accusata di circonvenzione d’incapace nei confronti di due anziani di Silì

27 novembre 2013
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ORISTANO. Intercettazioni, testimonianze, conti in banca, movimenti di denaro. Forse era troppo per cercare un’assoluzione e così la badante infedele ha scelto la via più agevole per chiudere i conti con la giustizia: ieri mattina di fronte al giudice per le udienze preliminari, Silvia Palmas, ha patteggiato due anni per circonvenzione d’incapace.

L’accordo tra il pubblico ministero Paolo De Falco e l’avvocato difensore Alessandra Borrodde era stato trovato prima dell’udienza che è stata quindi l’atto conclusivo di una vicenda processuale che poggiava le sue solide basi sull’inchiesta portata avanti dalla sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato e della polizia locale.

A fine primavera, per Marina Castangia, parrucchiera di 53 anni di Cabras, era scattato anche un provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Troppi gli indizi e soprattutto, nonostante le fosse ormai chiaro che gli inquirenti stessero indagando, stava continuando a sfruttare due anziani coniugi ottantenni di Silì. Sono questi ultimi l’altra faccia della medaglia della storia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Marina Castangia si sarebbe insinuata nella vita dei due anziani utilizzando uno stratagemma e sfruttando la loro bontà d’animo. Gli aveva raccontato che, in punto di morte, la figlia gravemente ammalata si era raccomandata che lei li accudisse in tutto e per tutto. Cosa falsa e impossibile, perché la figlia soffriva di una gravissima forma di disabilità e nemmeno era in grado di parlare o di formulare un pensiero talmente complicato.

Fatto sta che i due coniugi credettero alle parole della badante che da quel momento sarebbe riuscita a impossessarsi di parecchio denaro, dapprima risultando gentile e sempre disponibile per poi cambiare il proprio atteggiamento, diventando dispotica. Sparirono gli euro delle bollette, i soldi delle pensioni e le sue mire andarono anche oltre. Ci mancò un soffio perché anche la casa non venisse sottratta ai due coniugi, visto che la badante cercò di farsi dare una procura speciale per venderla. La scusa era il rischio di pignoramento, in realtà inesistente, che però spaventò gli anziani che volevano così disfarsi della casa per avere i soldi, che difficilmente sarebbero però rimasti nelle loro tasche.

Il gioco non è però riuscito sino in fondo e gli ultimi conti sono stati fatti in tribunale col patteggiamento di due anni.

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