La Nuova Sardegna

Oristano

Rinviato lo sfratto, la famiglia Spanu resta nella sua casa

di Enrico Carta
Rinviato lo sfratto, la famiglia Spanu resta nella sua casa

Arborea, il provvedimento notificato dai carabinieri Forse è vicina una soluzione dopo il pignoramento

20 dicembre 2013
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ARBOREA. A gennaio si erano barricati in casa. Ieri non hanno avuto bisogno di arrivare a tanto, perché l’ordinanza di sfratto è stata rinviata e forse, col passare dei mesi, la situazione si sta risolvendo. Quella di Francesco Spanu e della sua famiglia è una delle tante storie di aziende, di crisi economica e di debiti che rischiano di finire nel peggiore dei modi.

Eppure uno spiraglio, dopo tanti mesi, si sta forse aprendo se ieri i carabinieri hanno preso altro tempo prima di eseguire l’ordinanza di sfratto. La famiglia dell’agricoltore sta infatti mediando con la persona che aveva acquistato la casa durante una procedura fallimentare che aveva le sue origini molto tempo prima. Francesco Spanu aveva ottenuto diversi anni fa un mutuo dalla Banca di Sassari. Era successo poi che i soldi erano venuti a mancare e così quel patto con la banca non si era riusciti a rispettarlo. Il mancato pagamento di alcune rate, legato alle difficoltà economiche in cui versava l’azienda, aveva fatto scattare la procedura per il pignoramento ancora non eseguito.

Anche se la famiglia evita qualsiasi dichiarazione, trapela la voce che un piccolo gruzzolo ora sia stato messo da parte, sufficiente per ottenere lo stop dell’intera procedura di sfratto.

Durante l’asta giudiziaria, la casa e i terreni agricoli circostanti erano stati venduti all’imprenditore cagliaritano, Pino Mossa, la cui moglie Annalisa Cancedda è avvocato. Nell’estate del 2012 l’intero complesso era stato battuto all’asta a 130mila euro, prezzo ritenuto bassissimo dall’avvocato Luciano Cau che assiste la famiglia Spanu. Secondo le stime di mercato, il valore dei terreni e dell’abitazione supererebbe i seicentomila euro. Appare davvero una cifra gigantesca rispetto al prezzo basso a cui è stata venduta all’asta e soprattutto se paragonata al debito iniziale. Si era infatti partiti da cinquemila euro che dovevano essere versati nelle casse della banca, prima che la voragine del debito si aprisse e rischiasse di trascinare dentro un’intera famiglia e l’attività che da sempre ne aveva retto le sorti.

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