La Nuova Sardegna

Oristano

La battaglia per gli autovelox prosegue anche in Cassazione

di Enrico Carta
La battaglia per gli autovelox prosegue anche in Cassazione

Arborea, il Comune non si arrende dopo aver perso le cause nei primi due gradi di giudizio Affidato un nuovo incarico legale per cercare di ribaltare il verdetto che cancella centoventi multe

09 febbraio 2014
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ARBOREA. La tenacia non manca. L’amministrazione comunale non demorde e nonostante le due bastonate prese nei primi gradi di giudizio, decide di andare oltre. L’ultimo tentativo, l’estremo tentativo lo faranno in Cassazione gli avvocati Giannella Urru e Nicola Battolu, dopo di che al Comune non resterà che restituire i soldi delle multe arrivate agli automobilisti pizzicati dai famosi autovelox ritenuti illegali.

Li aveva bocciati per primo il giudice di pace di Terralba e in appello non era andata meglio. Ora resta la Cassazione, dove l’amministrazione sottoporrà le proprie ragioni ai giudici sperando in un ribaltamento della sentenza, altrimenti si aprirà un capitolo molto delicato perché ci saranno da rimettere in ballo i soldi di circa centoventi contravvenzioni irregolarmente comminate negli anni in cui l’autovelox era attivo.

La decisione di non fermarsi era stata presa dalla giunta a novembre, con un’ulteriore spesa legale di 17.180 euro. Soldi che vanno ad aggiungersi a quelli già messi a correre per le spese legali dei due precedenti gradi di giudizio e alle parcelle – 80mila euro – degli avvocati Rossella Oppo, Romina Pinna e Riccardo Crovi che avevano assistito i vari automobilisti coinvolti. Questi contestavano la regolarità degli autovelox, posizionati in una zona interna al perimetro urbano e con segnaletica non sufficientemente visibile e funzionale alla presenza della macchinetta infernale capace di beccare chi ama pigiare troppo sul pedale dell’acceleratore. Insomma, non è che quegli automobilisti rispettassero il limite di velocità, il problema è che tutta la strumentazione e ciò che deve far da supporto erano irregolari. Questo è ciò che hanno detto i primi due giudici, ma il Comune non si arrende e così, convinto ancora delle proprie ragioni gioca l’ultima carta a propria disposizione. In più dovrà tenere conto del fatto che, oltre alle spese sin qui maturate, dalle casse verranno a mancare oltre ventimila euro se si fa un conto approssimativo del totale delle multe molto vicino alla realtà.

Insomma, alla fine della battaglia legale, il rischio è di pagare oltre centoventimila euro, come se ogni multa fosse costata mille euro solo che a pagarla non sarebbero gli automobilisti, ma l’amministrazione. A questa resta però una speranza di ribaltare il tutto in Cassazione, con l’udienza che dovrà essere ancora fissata. È già in calendario, invece, l’udienza che riguarda la questione del pignoramento che era stato eseguito dagli avvocati che difendevano gli automobilisti. La decisione era stata presa per via del ritardo del Comune nel pagamento delle spese. Il Comune, nel frattempo, ha saldato il debito, ma resta da stabilire l’entità di alcune spese vive. Briciole, comunque, rispetto alla somma totale.

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