La Nuova Sardegna

Oristano

Arborea, a maggio in Cassazione il caso autovelox

ARBOREA. Si va in Cassazione a maggio. Il Comune non si arrende e prova a giocare l’ultima carta di fronte ai ricorsi presentati tempo fa al giudice di pace da 119 cittadini incappati nel flash dell’a...

04 aprile 2014
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ARBOREA. Si va in Cassazione a maggio. Il Comune non si arrende e prova a giocare l’ultima carta di fronte ai ricorsi presentati tempo fa al giudice di pace da 119 cittadini incappati nel flash dell’autovelox che li aveva immortalati con una velocità eccessiva rispetto al limite stabilito. Era però andata a finire come peggio non si poteva per il Comune, perché sia in primo grado che in appello, il tribunale aveva annullato le sanzioni a carico degli automobilisti, i quali peraltro ancora non avevano versato un solo centesimo al Comune.

L’amministrazione ha deciso, alcune settimane fa, di andare oltre perché nei motivi che hanno portato alla sentenza di appello non erano indicate eventuali inadempienze compiute dal Comune. I giudici chiedevano che fosse però l’ente a fornire la prova della regolarità dell’impianto, della correttezza della sua collocazione e della validità della segnaletica orizzontale.

Secondo gli avvocati Giannella Urru e Nicola Battolu, proprio per questo motivo ci sarebbe lo spazio perché la Cassazione riveda una sentenza che per ora mette il Comune di fronte al mancato introito delle sanzioni e soprattutto ad una cifra di spese legali notevole.

Il Comune ha anche un secondo fronte aperto in tribunale che però sembra meno problematico rispetto a quanto era apparso in un primo momento. Si trova infatti a dover fare i conti con quattro attività commerciali, che di fronte alla richiesta di pagamento per i cartelli che pubblicizzavano l’attività, non avevano ritenuto lecito adempiere. Così, mentre un’altra trentina di attività ha regolarizzato la propria posizione, c’è chi ha scelto di andare dal giudice per contestare la sanzione da 4.200 euro ritenuta irregolare.

Nel 2012 c’erano stati i primi accertamenti, come ha spiegato l’avvocato Nicola Battolu, nel frattempo erano arrivate le comunicazioni con gli avvisi di pagamento e diversi commercianti si erano messi in regola, mentre altri avevano rinunciato all’indicazione stradale per non pagare. Infine quattro esercizi commerciali hanno deciso di opporsi di fronte alle modalità con cui il Comune aveva pensato di riscuotere il debito, ritenendo illegali le procedure adottate. (e.c.)

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