Risaie, il comitato Sa Rodia scrive a Pigliaru
Chiesto l’intervento della Regione: «Tutelate gli interessi di tutti e non quelli di pochi cittadini»
ORISTANO. Venticinque ettari di risaie, la protesta che va avanti da diverse settimane e una lettera. Il presidente del Comitato Sa Rodia, Luciano Cariccia, avendo bussato alle porte delle amministrazioni locali, ora prova a salire ai piani alti. È arrivato sino all’attico, con la sua missiva che è stata indirizzata al presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru. La richiesta? La stessa già fatta al sindaco, agli assessori comunali, al presidente della Provincia, alla Asl, al prefetto e al questore. Il comitato al quale hanno maderito alcuni residenti della zona di Sa Rodia – altri ne sono rimasti fuori – vuol far sparire le risaie, “portatrici di morte” perché sono ricettacolo di ogni tipo di insetto e ambiente ideale per la temutissima zanzara veicolo di contagio per la febbre del Nilo. Poi c’è il discorso più strettamente legato alle colture e all’uso di fertilizzanti e pesticidi, che raggiungono le falde acquifere.
Ebbene, di questi problemi il comitato aveva già fatto esposizione alle autorità locali, ma le risposte negative alle richieste di far sparire le risaie da Sa Rodia o i silenzi altrettanto chiari, erano stati netti. Non una sola autorità che abbia preso un provvedimento e tutti fermi sulle posizioni di partenza a dire ai cittadini che protestano che quando hanno scelto di costruire sapevano benissimo che quella era una zona agricola e che di questa avrebbero conosciuto vantaggi e limiti.
E mentre una bozza di regolamento della Provincia chiarisce che le norme non saranno applicate alle risaie già esistenti, il presidente del comitato chiede l’intervento del governatore Francesco Pigliaru. Viene sollecitato affinché, tuteli la salute dei cittadini e «non l’interesse finanziario di qualche persona che, in barba agli interessi comuni, grazie probabilmente all’appoggio di qualche amministratore o alla carica amministrativa o politica che ricopre, tutela solo i propri interessi».