La Nuova Sardegna

Oristano

Soste a pagamento, il giudice di pace cancella tre multe

di Enrico Carta
Soste a pagamento, il giudice di pace cancella tre multe

Erano state comminate perché il parcheggio si era prolungato oltre l’orario indicato dal tagliando

04 giugno 2014
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ORISTANO. Con un colpo di spugna, il giudice di pace cancella tre multe. Ma col provvedimento preso ieri mattina aprirà sicuramente un nuovo fronte di polemiche sulla questione delle contravvenzioni legate all’orario di scadenza del tagliandino che gli automobilisti mettono sul cruscotto dell’auto, ogni qualvolta parcheggiano negli spazi di sosta a pagamento.

Insomma, maledette strisce blu. Odiate dagli automobilisti, ma considerate indispensabili per mille motivi – non solo economici – dalle amministrazioni di quasi tutte le città del mondo, finiscono al centro di un piccolo caso giudiziario proprio nel momento in cui il clima politico sull’argomento si era surriscaldato assai, quando dai banchi dell’Udc, il consigliere comunale Peppi Puddu aveva presentato un’interrogazione.

L’argomento era, per molti aspetti, simile a quello sul quale ieri mattina si è pronunciato il giudice di pace, Giorgio Moretta. A presentare ricorso contro tre contravvenzioni sono stati gli avvocati Sara Ghiani e Alessandro Tolu. Dall’altra parte l’avvocato Mario Biolchini che, per le questioni delle multe, rappresenta l’amministrazione. A vincere però sono stati i ricorrenti che sostenevano che fosse irregolare la multa emessa dagli ausiliari del traffico, perché l’orario indicato dal tagliando del parcheggio era scaduto.

Le motivazioni che hanno ispirato il ricorso non sono esattamente le stesse, o lo sono solo in parte, rispetto a quelle che hanno invece alimentato le polemiche politiche.

Gli avvocati Alessandro Tolu e Sara Ghiani ritenevano non valida la contravvenzione per tre motivi. La multa viene elevata in base all’articolo 7 del codice della strada che però avrebbe delle motivazioni differenti da quelle che invece vengono indicate ad Oristano. In altre città si fa ricorso, in casi simili, all’avviso di cortesia con il quale si chiede di adeguare la cifra precedentemente pagata attraverso una piccola penale per l’occupazione del parcheggio ed entro pochi giorni.

Il secondo motivo che aveva ispirato il ricorso era invece legato all’indeterminatezza del verbale, in cui viene scritto «Oltre l’orario consentito». Questa dicitura non sarebbe specifica e quindi la multa risulterebbe nulla, anche perché l’amministrazione sana solo successivamente con un verbale l’avviso che viene messo dagli ausiliari sul parabrezza.

Il terzo motivo riguarda invece i vecchi cartelli e infatti le multe risalivano al 2012. Ora sono stati modificati, ma nei vecchi si parlava di sessanta minuti e questo non lasciava intendere in maniera chiara quale fosse il tempo per cui non si andava incontro alla multa. Le motivazioni che hanno convinto il giudice di pace ancora non si conoscono, ma è certo che la sentenza riaprirà la polemica tra chi chiede che si ponga fine alla questione delle contravvenzioni e sollecita da tempo la pratica dell’avviso di cortesia, per cui l’automobilista è invitato a pagare la differenza, con un leggero aumento della tariffa, nel caso in cui vada oltre l’orario indicato dal tagliandino.

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