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Lite per un bongo conteso, due condanne per sequestro

di Enrico Carta
Lite per un bongo conteso, due condanne per sequestro

BOSA. Tutto per un bongo. Uno di quegli strumenti musicali di origine africana che piacciono tanto ai ragazzi. Talmente tanto da convincerli addirittura a mettere in atto un sequestro di persona....

17 giugno 2014
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BOSA. Tutto per un bongo. Uno di quegli strumenti musicali di origine africana che piacciono tanto ai ragazzi. Talmente tanto da convincerli addirittura a mettere in atto un sequestro di persona. Non si pensi però ad affari legati all’Anonima sarda, ma a qualcosa di molto più semplice e di molto simile a delle minacce particolarmente pesanti. E infatti i protagonisti di questa storia, poi condannati a sei mesi, avevano un coltello e i metodi per convincere la loto vittima a restituire ciò che ritenevano fosse stato loro tolto non erano dei più pacifici.

La condanna è arrivata per Saverio Carmelo Pischedda, 30 anni di Magomadas, e per il bosano di 32 anni, Marco Sodde. Sotto accusa erano finiti ben nove anni e mezzo fa dopo la denuncia dei bosani Giuseppe Serra e Angelo Lai, che all’uscita da una discoteca erano stati avvicinati dai primi due. L’oggetto del contendere era proprio un bongo, che Saverio Carmelo Pischedda riteneva gli fosse stato rubato. Ne pretendeva la restituzione, ma i modi evidentemente erano sbagliati. Con un coltello e un frustino in mano e spalleggiato da Marco Sodde, convinse Giuseppe Serra e Angelo Lai a salire in auto sino alla casa in cui era custodito il tanto conteso bongo. In tutto un minuto e mezzo, ma questo non bastò ad evitare una denuncia.

II processo sembrava avviato alla conclusione diverso tempo fa. All’ultimo, il precedente giudice decise che il capo d’imputazione andava rivisto e da violenza privata si passò a sequestro di persona. Questo fece saltare la prescrizione allora imminente e ha consentito al processo di arrivare sino alla sentenza del giudice monocratico Anna Rita Murgia, di fronte alla quale avevano chiesto la condanna a quattro mesi il pubblico ministero Daniela Caddeo e l’avvocato di parte civile Giuseppe Pinna.

La derubricazione del reato e la prescrizione erano state sollecitate dall’avvocato difensore Vittorio Delogu. Per ora inutilmente, ma mancano pochi mesi e difficilmente la si eviterà in appello.

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