La Nuova Sardegna

Oristano

Timbrava il cartellino poi via dall’ufficio per ore

di Enrico Carta
Timbrava il cartellino poi via dall’ufficio per ore

Impiegato municipale a processo. L’accusa: truffa aggravata ai danni dell’ente Sindaco e giunta hanno votato per la costituzione di parte civile

19 giugno 2014
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ORISTANO. Timbrava regolarmente il cartellino di ingresso al lavoro, ma poi spariva per ore. È con questa accusa che un dipendente comunale è finito nel mirino della procura della Repubblica sino ad arrivare al rinvio a giudizio deciso dal giudice per le udienze preliminari, Annie Cecile Pinello. A dover rispondere di truffa ai danni dell’amministrazione è l’impiegato Edmondo Alberto Porcu. Fu assunto diversi anni fa con un contratto a termine che doveva scadere dopo tre anni. Durante il periodo della giunta Nonnis fu però trasformato in un contratto a tempo indeterminato attraverso una stabilizzazione dell’organico.

Da allora però, dice l’accusa, non pare che abbia sudato le fatidiche sette camicie, tanto che proprio un altro dipendente dell’amministrazione aveva fatto una segnalazione alla procura, affinché venissero effettuati gli accertamenti sull’orario di lavoro effettivamente svolto. Attraverso svariati controlli, durati parecchio tempo, è così venuto fuori che le sue assenze retribuite erano un bel po’ più lunghe di quelle per una pausa caffè.

Negli ultimi anni la giunta Tendas aveva provato a inserire il proprio dipendente in un contesto differente, trasferendolo da un settore – l’Ufficio Tecnico dove svolgeva le mansioni di geometra nonostante la qualifica di ingegnere – ad un altro dell’amministrazione – Sport e impiantistica sportiva – con la speranza che fosse più produttivo. Le sue assenze invece sarebbero proseguite senza alcuna remora, tanto che alla fine è arrivato il provvedimento di rinvio a giudizio. Di fronte al passo compiuto dal tribunale l’amministrazione ha scelto di costituirsi parte civile per tutelare i propri interessi.

La decisione è stata oggetto della riunione della giunta Tendas di due pomeriggi fa ed al termine del dibattito, sindaco e assessori hanno votato per l’assegnazione dell’incarico all’avvocato del Comune, Gianna Caccavale. La decisione vuole essere anche un segnale ben preciso sulla tolleranza zero verso certe abitudini non gradite. L’indicazione è chiara: di fronte al momento di difficoltà, un posto di lavoro vale oro e se questo è poi all’interno di un’amministrazione pubblica e quindi pagato coi soldi della collettività, non si può pensare di poter accettare assenze dal posto di lavoro non giustificate.

La costituzione di parte civile consentirà al Comune di chiedere indietro i danni che al processo verranno quantificati in maniera precisa, col calcolo delle ore di assenza dal lavoro quando il cartellino d’ingresso era già stato timbrato e il contagiri dello stipendio viaggiava normalmente sino ad arrivare alla cifra stabilita dal monte ore del dipendente comunale. Per lui il rischio ulteriore è che, da una successiva causa civile, possa arrivare anche la perdita dell’impiego.

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