La Nuova Sardegna

Oristano

MARRUBIU

La Scuola di musica senza fondi

L’istituzione non può pagare gli stipendi per i ritardi della Regione

26 giugno 2014
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MARRUBIU. Un cane che si morde la coda e che rischia di rovinare il lavoro della Scuola civica di musica. Gli inghippi della burocrazia stanno infatti mettendo a dura prova il funzionamento della scuola che tante soddisfazioni sta ottenendo dal punto di vista musicale e dell’impatto sociale sul territorio. «La nostra Scuola ha chiuso la propria attività didattica il 16 giugno e tutti coloro che vi hanno operato, 24 docenti, attendono di essere pagati per il lavoro svolto – scrive il direttore Andrea Piras –, ma a causa di problemi non nostri non riusciamo a pagarli». Il regolamento regionale infatti prevede che i Comuni debbano presentare il consuntivo finanziario comprovante l’effettività delle spese entro 30 giorni dalla conclusione delle attività, pena la revoca del contributo e l’esclusione dalla programmazione dell’anno dopo. Peccato che il contributo regionale concesso per sostenere le spese del personale della scuola, il cui arrivo era previsto nei mesi scorsi, non sia ancora arrivato. «La Regione mi ha comunicato che, visti i limiti imposti dal Patto di stabilità non è possibile fornire una data certa in cui poter adottare il provvedimento –, spiega Piras –. Di conseguenza, la scuola, senza il contributo regionale, non può rendicontare finanziariamente l’anno scolastico al Comune di Marrubiu». Il sindaco Santucciu corre in aiuto: «Stiamo verificando con gli uffici, ma credo che anticiperemo come comune i 57mila euro alla Scuola civica per pagare gli stipendi –, spiega –, non possiamo continuare a sopperire alle mancanze degli altri enti, i soldi erano promessi dalla primavera». Rabbia da parte di Piras: «Non è possibile continuare a lavorare in questa maniera, l’anno scolastico si è concluso grazie alla pazienza e alla passione per la propria professione, ma chiediamo alla Regione di sbloccare urgentemente i fondi a favore delle scuole civiche di musica».

Cristina Diana

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