La Nuova Sardegna

Oristano

Edificio storico abbattuto, sanzioni dalla Regione

di Maria Antonietta Cossu
Edificio storico abbattuto, sanzioni dalla Regione

Il Comune di Aidomaggiore dovrà ricostruirlo con gli stessi materiali Lo stabile era stato demolito nel 2013 per ricavarne un parcheggio

27 giugno 2014
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AIDOMAGGIORE. Ha speso svariate migliaia di euro per acquisire e demolire un edificio, ora potrebbe essere costretto a sborsare altro denaro per ricostruirlo. Si è concluso con l'ingiunzione di ripristinare lo stato dei luoghi il procedimento amministrativo avviato dall'Ufficio regionale Tutela del paesaggio per accertare un presunto abuso edilizio commesso dal Comune, che agli inizi del 2013 dispose l'abbattimento di un fabbricato soggetto a vincoli urbanistici senza la previa autorizzazione.

Sul caso aveva aperto un' indagine la Procura della Repubblica. Le ispezioni erano state condotte dagli agenti del Corpo forestale, che nel mese di marzo si erano presentati in municipio per esaminare la documentazione relativa all'iter propedeutico alle operazioni di demolizione dell'immobile situato in pieno centro storico. Lo stabile, datato presumibilmente alla fine dell'Ottocento o agli inizi del Novecento, era stato acquistato al prezzo di dodicimila euro con l'intenzione di raderlo al suolo, allargare la via Binzale e ricavarne un parcheggio. Considerati i vincoli che gravano sia sul tessuto abitativo della zona A che sul reticolato stradale pertinente, l'operazione presupponeva un parere dell'Ufficio tutela del paesaggio. Un obbligo che secondo l'organismo di emanazione regionale l'ufficio tecnico del Comune ha ignorato disponendo comunque l'abbattimento dell'edificio. Di fronte alle irregolarità contestate, in via cautelativa l'amministrazione di Adele Virdis ha presentato un'istanza di accertamento all'Ufficio tutela del paesaggio di Oristano, che ha quindi chiesto un parere vincolante alla Soprintendenza competente per territorio. La Soprintendenza ha accertato l'abuso, che non potendo essere condonato con l'applicazione di una sanzione pecuniaria dovrà essere sanato con il ripristino dei luoghi. In altre parole il Comune dovrebbe ricostruire l'edificio con gli stessi materiali utilizzati per l'abitazione originaria, quindi murature in pietra e infissi in legno, e con le medesime tecniche di costruzione dell'epoca. Una prospettiva gradita ancora meno di una multa salata, che la giunta tenterà di evitare impugnando il provvedimento. «Stiamo predisponendo il ricorso al tribunale amministrativo» ha confermato il vicesindaco Attilio Licheri evidenziando la problematicità di un intervento di ripristino.

Meno si sa, invece, di eventuali sviluppi delle indagini disposte dalla Procura della Repubblica, che dovrà accertare se sussistano o meno responsabilità penali.

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