Sul punteruolo dna dell’aggressore
Concluso l’incidente probatorio: indagine verso l’epilogo
ORISTANO. Tracce di dna sul punteruolo. Sono di due persone diverse e appartengono all’aggressore e al ragazzo che fu colpito all’occhio. Uno teneva in mano l’arma, l’altro non riuscì a evitare il fendente del quale porterà per sempre i segni sul suo volto. L’incidente probatorio sull’assurdo episodio accaduto al termine della scorsa Sartiglia in piazza Cattedrale si è concluso con questo esito, che, a dire il vero, sembrava scontato. Già le prime indagini non scientifiche della Squadra Mobile avevano consentito di individuare l’oggetto con cui Tiziano Porru, macellaio di 27 anni di Silì, aveva colpito Alessandro Murru, ventenne di Donigala.
Al pubblico ministero Paolo De Falco serviva però la certezza assoluta che l’oggetto che avrebbe portato in aula come prova fosse davvero quello. La risposta è avvenuta attraverso l’incidente probatorio che ha consentito di estrarre due profili di dna e di attribuirli con esattezza all’aggressore e alla sua vittima, che si erano incontrati quasi per caso in piazza Cattedrale trasformata nel luogo della resa dei conti per un diverbio appena nato per motivi che, nel gergo delle aule giudiziarie, si chiamano futili.
Concluso l’incidente probatorio, al quale hanno partecipato anche l’avvocato di parte civile Simona Zonchello e l’avvocato difensore Carlo Figus, appare imminente anche la conclusione dell’indagine per tentato omicidio. Il fascicolo dell’inchiesta, già ricco delle testimonianze delle tante persone presenti in piazza Cattedrale, sembra infatti ormai completato. (e.c.)