La Nuova Sardegna

Oristano

Domani l’Ardia a piedi Cuscusa guida l’esercito

di Maria Antonietta Cossu
Domani l’Ardia a piedi Cuscusa guida l’esercito

A Sedilo tutto pronto per l’ultimo atto degli eventi dedicati a San Costantino Benedizione degli stendardi alle ore 7 e poi il trasferimento verso il santuario

19 luglio 2014
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SEDILO. Si riaccendono le luci della ribalta sull’ anfiteatro di San Costantino per il secondo e ultimo atto dell’Ardia. Domani la comunità replica il suo tributo al taumaturgo bizantino correndo a perdifiato sullo stesso tracciato battuto dalla cavalleria due settimane fa. Un voto da sciogliere, un’invocazione d’aiuto, un gesto di gratitudine, un atto di devozione o il semplice desiderio di prendere parte a una corsa adrenalinica e di essere risucchiati nel vortice delle emozioni che l’evento scatena negli animi dei sedilesi e non solo: sono il motore della manifestazione che chiude le celebrazioni religiose dedicate a chi ebbe l’ intuizione di prevedere i risvolti della storica rivoluzione sulla legittimazione di tutte le confessioni religiose. Fedele a un collaudato copione, la rappresentazione della battaglia combattuta sulle rive del Tevere nel 312 dalle truppe di Costantino e di Massenzio vedrà in scendere in campo centinaia di corridori. Ad assumere il comando dell’esercito sarà Gianni Cuscusa, investito del ruolo di prima pandela dal parroco. Gli scudieri di cui si è circondato l’ alter ego del santo guerriero sono Gian Pietro Manca e Giuseppe Pes, pedine della stessa formazione che guidò l’Ardia a piedi dieci edizioni fa, quando a vestire i panni del capocorsa fu Gian Pietro Manca. Legami d’amicizia e debiti di riconoscenza hanno regolato le scelte del primo alfiere sui comprimari. Questi avranno un peso decisivo nella riuscita della corsa. Al resto dovranno pensare le scorte, che hanno l’incombenza di respingere gli assalti degli inseguitori più intrepidi, sos ispuntigliadores, quelli che pur di scalzare il primo alfiere e i guardasigilli dalle posizioni d’onore non disdegnano il rischio. E il pericolo maggiore, per chi occupa i reparti più avanzati, è di beccarsi le violente legnate sugli stinchi e sulle caviglie che senza alcun timore reverenziale le scorte dispensano indistintamente agli antagonisti dei loro protetti. Un lavoro incessante che comincerà già nel momento in cui il corteo prenderà le mosse dalla piazza parrocchiale per dirigersi verso il santuario, subito dopo la consegna e la benedizione degli stendardi, prevista alle 7. Quando il drappello raggiungerà il piccolo promontorio cavalli e cavalieri avranno già corso alla spicciolata lungo la prima metà dell’accidentato tracciato che si piega alle spalle del santuario. Un prologo spesso al centro di polemiche per le reiterate violazioni delle ordinanze che vietano la corsa dei cavalli da Su Frontigheddu e all’interno della corte di San Costantino. Fantini e destrieri: nel bene o nel male sono sempre loro ad attrarre l’attenzione di spettatori e opinione pubblica, ma una volta che avranno abbandonato la pista sarà l’esercito in scarpe da tennis a prendersi la scena.

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