La Nuova Sardegna

Oristano

Blitz al campo rom, benna sulle casupole Ma non c’era nessuno

di Elia Sanna
Blitz al campo rom, benna sulle casupole Ma non c’era nessuno

Alle 8 di ieri si è dato corso ad una ordinanza del sindaco L’assessore Obinu: condizioni igieniche non più tollerabili

26 luglio 2014
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ORISTANO. Con diversi mesi di ritardo rispetto agli annunci medicatici le ruspe hanno demolito ieri mattina il villaggio dei disperati rumeni alle porte del Capoluogo. Alle 8 in punto la benna della pala meccanica di una impresa privata ha iniziato a demolire l'accampamento che i Rom avevano realizzato circa due anni fa a ridosso dell'argine del Tirso. Gli operi, sotto il controllo dei tecnici dell'ufficio tecnico e della polizia locale, hanno smantellato quelle povere baracche realizzato in cartone e legno. Fino a pochi giorni fa ospitavano una ventina di persone, compresi 4 minorenni.

La piccola comunità è sparita improvvisamente dopo aver saputo che l'amministrazione comunale aveva fatto avviare, attraverso i Servizi sociali, l'iter di affidamento dei bambini ad una casa protetta per minori. Una decisione questa che ha indotto gli accampati a fare perdere le proprie tracce. Il blitz con le ruspe è stato giustificato dal sindaco per motivi sanitari e di ordine pubblico: «Eravamo preoccupati dalla necessità di salvaguardare le condizioni igieniche di quella comunità – ha dichiarato Guido Tendas –, ed in particolare spinti soprattutto anche dalla fondamentale esigenza di tutelare i diversi minori presenti nel gruppo di nomadi. In questi giorni abbiamo così messo in essere una serie di interventi di verifica e controllo. Questo ha probabilmente indotto i nomadi ad allontanarsi dal sito, da qui l’ordinanza di demolizione, visto che le baracche ormai si erano svuotate».

I dettagli delle motivazioni il sindaco li ha lasciati all'assessore ai Servizi sociali: «Si erano nuovamente riproposti dei casi di tubercolosi nella comunità nomade – ha spiegato Maria Obinu – e andavano immediatamente tutelai i quattro minori ospitati nell'accampamento. Nelle ultime settimane, i Servizi sociali avevano inviato un rapporto al giudice del minori del tribunale di Cagliari. Il nostro obiettivo era, infatti, quello di affidare i bambini ad alcune strutture di accoglienza in Sardegna. Lo stesso giudice aveva anche autorizzato l'iter di affidamento dei minori anche alle famiglie. Evidentemente queste informazioni sono trapelate – ha aggiunto l'assessore Obinu – e i nomadi si sono allontanati».

Sulle loro tracce ci sono ora gli agenti della Questura. Uno dei minori, come si ricorderà, era finito anche in un presunto giro di prostituzione.

La richiesta di mettere mano al problema della tendopoli era stata più volte sollecitata sia dalla questura che dalla prefettura. In questi due anni il sindaco Tendas, aveva più volte promesso che avrebbe risolto il problema di quella comunità rumena. Ma al di là degli annunci non era però andato. Ha agito ieri, in poche ore ben sapendo che si erano allontanati di loro volontà. Un modo sbrigativo per risolvere un problema che affligge tanti altri comuni dell'isola. Ma la risposta di una amministrazione che vuole definirsi democratica non può ragionare solo con le ruspe e con la forza, deve fare scelte importanti e coraggiose.

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