La Nuova Sardegna

SORRADILE. A pochi passi dalla riva del lago mucchi di ferro arrugginito, barattoli, contenitori in plastica, pneumatici e bottiglie. Poco distante, nei fondali prosciugati dall’attività irrigua e dalla stagione siccitosa, bengala e residui di proiettili esplosi. Cartoline dall’Omodeo, immagini poco edificanti che sabato le squadre di volontari di Sorradile e Bidonì hanno tentato di cancellare facendo tabula rasa delle discariche abusive sul lungo lago. L’iniziativa è coincisa con le giornate ecologiche indette da Legambiente, manifestazione che i due Comuni limitrofi hanno voluto simbolicamente associare alla vertenza sul poligono di tiro del Caip organizzando la spedizione con rastrelli, badili e palette ai margini dell’area in cui fino a dieci anni fa si svolgevano le esercitazioni di tiro a fuoco delle forze di polizia. Inizialmente si era pensato di ripulire anche il perimetro del vecchio campo di tiro riemerso dalle acque. A S’aspru però le squadre di volontari non sono entrate in azione per via della natura dei rifiuti, classificati come speciali e dunque destinati a un sistema di conferimento e di smaltimento diverso da quello previsto per i rifiuti solidi urbani. Ma è bastato percorrere la lingua di terra ricompresa fra i comprensori di Bidonì e Sorradile per avere la misura del malcostume impera tra i cosiddetti “civili”. La zona intorno a S’aspru e quella vicino al porticciolo di San Simeone ha restituito materiale ferroso, gomme, plastica e vetro le frazioni più comuni. Le amministrazioni si ritrovano a parlare di pianificazione dello sviluppo territoriale: in una realtà, cioè, in cui l’attività militare è solo uno dei molteplici fattori inibitori della tanto invocata crescita.

Maria Antonietta Cossu