La Nuova Sardegna

Oristano

Tartufo, tanti cavatori non organizzati

Laconi, il futuro del comparto è legato a una proposta di legge ma i tempi non sembrano maturi

03 ottobre 2014
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LACONI. Ogni stagione è fruttifera per le diverse varietà di tartufo sardo, ma per la valorizzazione di quello che potrebbe rappresentare il tesoro sotterraneo del Sarcidano i tempi non sembrano ancora maturi. Per i cercatori il percorso si prospetta, infatti, ancora lungo e tortuoso per la mancanza di normativa che disciplini la raccolta e la commercializzazione; in Sardegna, inoltre, pesa l'assenza di una visione comune sul futuro di questa attività. Le proposte di legge non mancano, ma i cavatori sembrano sfiduciati e non credono nella possibilità di arrivare ad una legge in tempi brevi. «Perché – ipotizza un raccoglitore – la regolamentazione comporterebbe tutto un sistema di organizzazione e controllo, al momento troppo costoso». Nonostante la carenza legislativa, i cercatori devono, però, mettersi in regola fiscalmente per poter rilasciare regolare fattura agli acquirenti; ma mettersi in regola, finora, non è stato semplice. È pur vero che, di recente, qualcuno ha individuato il codice di attività economica ed ottenuto l'iscrizione alla Camera di commercio, creando quindi un precedente e spianando la strada anche per gli altri che vorranno iscriversi. E se il tartufo sardo come qualità non è inferiore a quelli più blasonati, l'obiettivo è riuscire ad ottenere un marchio di tutela. Ma, nell’immediato, si deve iniziare a fare qualcosa per impedire la svalutazione del prodotto. Il monito è lanciato da un gruppo di raccoglitori esperti del Sarcidano ai tanti cercatori occasionali, per evitare comportamenti in grado di danneggiare il settore. È necessario, dunque, seguire sempre le regole, almeno quelle dettate dal buon senso. «Molti si illudono – dicono – che con il tartufo si facciano subito grandi profitti. Questa valutazione, inesatta, spinge cercatori improvvisati a far razzia di frutti non ancora maturi con conseguente danno all'ecosistema e al comparto». Vendere tartufi non maturi comporta una cattiva pubblicità del tartufo sardo. Soltanto un cane bene addestrato è in grado di fiutare i frutti maturi e lasciare sottoterra quelli che ancora non lo sono. Per quanto riguarda l'utilità delle sagre bisogna precisare che devono essere ben organizzate. Questo significa che bisogna presentare esclusivamente prodotti di qualità e soprattutto non bisogna dimenticare che il tartufo è un prodotto di nicchia il cui prezzo è dettato dalle quotazioni della borsa del tartufo. Motivo per cui, non si può vendere il prodotto a prezzi risibili come si verifica, talvolta, proprio in occasione delle sagre.

Ivana Fulghesu

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