La Nuova Sardegna

Oristano

Massama per decreto diventa carcere di massima sicurezza

di Michela Cuccu
Massama per decreto diventa carcere di massima sicurezza

La denuncia dei consiglieri regionali del Pd Solinas e Tendas La trasformazione avverrà ai primi del prossimo mese

07 ottobre 2014
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ORISTANO. Prima era “solo” un timore: una notizia data e mai confermata. Adesso, dall’indiscrezione si passa all’ufficialità: la casa circondariale di Massama diventa carcere di massima sicurezza. Tutti i detenuti che nelle carceri sarde attualmente sottoposti al regime A.S. 1 e A.S.3, ex 41 bis, ad esempio coloro che stanno scontando una condanna per reati di criminalità organizzata, terrorismo e mafia, fra meno di un mese saranno trasferiti a Oristano, la cui struttura perderà l’attuale classificazione di istituto destinato alla reclusione di condannati per reati comuni e con il cui scopo era stata realizzata.

È tutto contenuto in un Decreto del ministero di Grazia e giustizia, emanato il 2 settembre scorso e che fissa la trasformazione della struttura al 3 novembre. Una decisione che ha fatto scattare la reazione della politica locale. I consiglieri regionali del Pd eletti nell’Oristanese, Antonio Solinas e Mario Tendas, hanno presentato una interrogazione rivolta al presidente della Giunta regionale, sollecitando un intervento immediato nei confronti del Governo nazionale. Ma è una autentica corsa contro il tempo, che parte quando le decisioni sono state prese e, quel che stupisce, senza che i parlamentari sardi, compresi coloro che fanno parte della maggioranza, ne avessero avuto sentore.

Almeno questo è quanto trapelato ieri mattina nel corso della conferenza stampa convocata dai firmatari dell’interrogazione che hanno detto comunque di aver interessato subito il presidente Francesco Pigliaru che venerdì, durante il sopralluogo nell’area archeologica di Monti Prama, avrebbe avuto un colloquio informale con il direttore del carcere di Massama. Un gruppo di detenuti ospitati nella struttura oristanese ha infatti partecipato agli scavi che hanno permesso di far rinvenire le ultime statute dei giganti. Lavoro, come quello legato all’agricoltura sociale, che probabilmente non svolgeranno più se, per fare spazio ai detenuti in regime di massima sicurezza, da Massama gli attuali ospiti dovranno essere trasferiti altrove. La cancellazione dei progetti riabilitativi è soltanto una delle conseguenze paventate da Solinas e Tendas, che hanno espresso principalmente due preoccupazioni. Una legata agli effetti, anche sociali, che sul territorio potrebbe determinare la presenza di un carcere di massima sicurezza. L’altra sulle conseguenze che deriverebbero per le altre strutture carcerarie isolane. «Quasi tutte, eccetto Bancali a Sassari, sovraffollate» ha spiegato Mario Tendas, fornendo alcuni dati importanti relativi alla popolazione carceraria, con Buoncammino, a Cagliari ,che ospita 364 detenuti su una capienza massima di 318; San Daniele di Lanusei che strutturato per accogliere 34 detenuti ne ospita 55 e Iglesias dove 85 detenuti devono dividersi gli spazi previsti per 62.

«Il primo passo sarà il trasferimento a Massama dei detenuti in regime di massima sicurezza a di Badd’e Carros, il cui reparto non esisterà più».

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