La Nuova Sardegna

Oristano

Dopo l’incendio la solidarietà del sindaco

Bosa, la vicinanza di Luigi Mastino al corallaro e all’imprenditore proprietari delle barche distrutte

06 novembre 2014
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BOSA. Dopo il rogo che ha distrutto due natanti a S’Isula, quello di un pescatore di corallo ed un motoscafo da diporto, danneggiando gravemente un altro ormeggiato vicino, il sindaco Luigi Mastino esprime la piena solidarietà della comunità locale ai proprietari delle imbarcazioni. In particolare al sub Ernesto Paglici, che nell’incendio ha perso anche le costose attrezzature utilizzate nella difficile pesca del corallo. Il sindaco di Bosa, insieme ai Vigili urbani e ad alcuni amministratori, si era recato alla darsena gestita dalla Porto di Bosa Spa martedì mattina di buon’ora, per verificare quanto accaduto. «Sono veramente dispiaciuto. C’è solo da augurarsi che non si tratti di un fatto doloso, perché se così fosse c’è veramente da essere preoccupati» il commento. Ma il pensiero va soprattutto a quanti hanno visto distrutta la propria imbarcazione. In particolare «Al pescatore di corallo Ernesto Paglici, che non ha più il natante che gli permetteva di lavorare. Per me e, credo di interpretare i sentimenti della nostra intera comunità, un’enorme tristezza. Che si accompagna alla piena solidarietà della città a quanti sono stati colpiti dai fatti dell’altra notte».

Proseguono intanto le indagini per fare luce sul rogo. I Carabinieri della stazione di Bosa, accorsi sul luogo dell’incendio in piena notte dopo l’allarme lanciato da Gianni Tola, guardiano notturno della vicina Nautica Pinna, stanno ancora attentamente vagliando gli elementi raccolti. In particolare i filmati delle telecamere di sicurezza posizionate all’interno della struttura nautica, dove sono andate a fuoco e poi colate a picco le due imbarcazioni. Elementi, uniti alla relazione dei Vigili del fuoco, che potrebbero fare luce sull’episodio. Confermando o meno il forte sospetto che a causare l’incendio sia stato il vile gesto di qualcuno, per ora sconosciuto.

Alessandro Farina

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