La Nuova Sardegna

Oristano

spese non rimborsate

Gal Terre Shardana battuto in tribunale deve 434mila euro

di Enrico Carta
Gal Terre Shardana battuto in tribunale deve 434mila euro

ORISTANO. Il Tar boccia il Gal. Sembra quasi uno scioglilingua, ma di divertente c’è ben poco in questa storia a metà tra la burocrazia e il diritto amministrativo che rischia di far affondare...

08 novembre 2014
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ORISTANO. Il Tar boccia il Gal. Sembra quasi uno scioglilingua, ma di divertente c’è ben poco in questa storia a metà tra la burocrazia e il diritto amministrativo che rischia di far affondare definitivamente le velleità del Gruppo di azione locale “Terre Shardana”, alle prese già con enormi problemi di dissesto finanziario e le cui sorti sono in mano al liquidatore.

Sul futuro ora aleggiano altre nubi nerissime, perché in diciassette pagine, il Tar ha respinto il ricorso che il Gal Terre Shardana aveva promosso contro l’assessorato regionale all’Agricoltura. In ballo c’era l’erogazione, mai avvenuta, di 217mila euro di fondi per il Programma di sviluppo rurale. Ebbene, al termine dell’udienza di fronte ai giudici del Tar, non solo è arrivata la bocciatura del ricorso, ma è stata anche decretata la penalità pari alla stessa cifra. In un colpo solo il Gal perde 434mila euro e questa potrebbe essere una mazzata dalla quale potrebbe essere impossibile risollevarsi.

La colpa è delle fatture. I giudici sono stati chiarissimi nelle loro motivazioni, respingendo le tesi sostenute dall’avvocato del Gal, Piero Franceschi. Tutto inizia quando il Gruppo di azione locale chiede all’assessorato all’Agricoltura di poter essere rimborsato delle spese sostenute per il Programma di sviluppo rurale. In qualità di nota spese, vengono presentate delle fotocopie di fatture e questo fa storcere il naso ai funzionari della Regione. Dicono che di quei documenti non se ne fanno niente e chiedono al Gal di integrare il tutto con le fatture regolari.

Questo però, per svariati motivi, non accade e così dopo un anno arriva la bocciatura da Cagliari con la quale si annuncia che i 217mila euro non arriveranno e che verrà decisa anche la penalità. Si va quindi al raddoppio, solo che quei soldi, grazie ad un fido ottenuto attraverso la banca Unipol sono stati già spesi. E allora l’unica strada da percorrere è quella di ricorrere al Tar, nella speranza di ottenere ragione.

L’avvocato Piero Franceschi parla ai giudici di poca collaborazione da parte dell’assessorato e dei suoi tecnici, di difficoltà di dialogo; spiega che al giorno d’oggi anche le fatture originali vengono stampate tramite un computer e che un danno del genere metterebbe in ginocchio il Gal e tutti quei Comuni che fanno affidamento sui suoi programmi. Senza contare che la Regione ha tenuto in sospeso le pratiche per oltre un anno.

Ma queste tesi non fanno breccia e i giudici danno ragione alla Regione, rappresentata dagli avvocati Mattia Pani e Floriana Isola. Le semplici fotocopie di fatture potevano trarre in inganno i funzionari, c’era il rischio di mettere in pagamento due volte consecutive le stesse spese o di coprire spese mai effettuate. La Regione infine contestava anche che, tra le spese, venissero indicate quelle effettuate per alcune consulenze facendo dei rilievi sul modo con cui queste erano state assegnate. E allora nulla e il Gal ora potrebbe avere già più di un piede e mezzo nel vuoto.

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